A tutto Sinner! Slam, avversari e serie tv: “io come Messi per l’Argentina? Resto Jannik” 

La conferenza stampa di Jannik Sinner dalla sede FITP di Roma: il tennista italiano si racconta tra presente e futuro

SportFair

Fra l’incontro con il Premier Giorgia Meloni di ieri e quello con il Presidente Mattarella di domani, Jannik Sinner ha trovato anche il tempo di incontrare la stampa per una conferenza, in diretta dalla sede FITP di Roma, nella quale ha raccontato il suo presente dopo la vittoria degli Australian Open e il suo futuro adesso che è diventato campione Slam.

Il futuro di Jannik Sinner

Non c’è solo l’Australian Open, avrò altre possibilità di fare bene ma anche altre di fare… male. Vedremo. Io per l’Italia come Messi per l’Argentina? Mah, resto uno tranquillo, lo stesso Jannik di due settimane fa“, ha detto Sinner rispondendo alle domande dei giornalisti: “la preparazione sarà molto importante, già lo scorso anno c’è stato un periodo in cui non ho toccato la racchetta. So che mi manca lavorare sulla forza e sulla resistenza, posso migliorare ancora tanto, per esempio nel servizio. Intanto ho fatto un grande step mentale“.

Cahill e Vagnozzi: i coach dietro il successo di Sinner

Jannik ha speso belle parole per il suo team: “Vagnozzi è molto bravo tecnicamente e tatticamente, con Cahill c’è grande sintonia, entrambi sono umili, si ascoltano molto a vicenda e fanno tutto per il mio meglio. Cahill ha fatto una carriera incredibile, la sua esperienza mi aiuta a gestire la pressione, con Simone invece guardiamo di più la parte tecnica“.

L’obiettivo di Sinner: giocare meglio gli Slam

Dopo aver vinto uno Slam qual è il prossimo step? “Ci siamo dati un obiettivo, giocare meglio gli Slam. – ha spiegato SinnerDirei che il primo è andato bene ma come ho detto ci sono altri tre Slam e tanti tornei, non è certo finita qui la mia stagione. A inizio anno si va a caccia, poi ci saranno momenti molto buoni e altri meno buoni. Sicuramente sento più fiducia grazie a questo torneo“.

In merito agli avversari ha aggiunto: “Alcaraz? Mi piace sfidarlo, ha già battuto un numero 1 come Djokovic e sicuramente ci sfideremo in questi mesi“.

Jannik Sinner vince Australian Open
Foto di Mast Irham / Ansa

Sinner e la residenza a Montecarlo

Il tennista di San Candido ha risposto anche alle domande sul perchè abbia la residenza a Montecarlo e non in Italia: “a Montecarlo posso giocare a tennis con tanti colleghi che poi incontro nei tornei, posso fare una vita più tranquilla e riservata, ecco tutto. La pressione? È un privilegio averla, quando le cose vanno bene è più facile naturalmente, ma lavoro con il mio team per realizzare i miei sogni. Ho vinto uno Slam, che era un sogno, so come ci si sente, la cosa più bella è andare in campo e lavorare per altri successi. Ora sono numero 4 al mondo, proviamo a fare un piccolo passo alla volta ma certo l’obiettivo è diventare numero 1 del mondo, anche se non è facile“.

La rimonta nella finale degli Australian Open contro Medvedev

Io nella mia testa ho sempre pensato a lavorare duro con chi mi aiutava. La cosa più importante è pensare a se stessi, a fare il massimo nella tua vita. – ha spiegato Jannik – Poi il resto non puoi controllarlo, la vita è imprevedibile: quando la partita sembra persa magari la vinci, quando sembra vinti arrivi al match point e chissà alla fine perdi. A volte per vincere devi continuare a soffrire.

La vita che sto vivendo è fatta di situazioni. Ora sta andando bene, ma dietro l’angolo c’è un ‘però’ ogni tanto. Io qualche anno fa ho avuto un ‘però’ e ho avuto voglia di cercare un altro metodo di lavoro. Non sapevo se era la scelta giusta o sbagliata, non lo so neanche adesso, perché magari se fossi rimasto come prima (con Piatti, ndr) ora chissà potrei anche essere più forte.

Ho provato a buttarmi nel fuoco, non era facile, però ho capito che il mio team non deve essere il migliore di tutti, io ho bisogno che le persone attorno a me siano normali e si capiscano tra loro, che ognuno faccia il suo lavoro“.

Jannik Sinner vince Australian Open
Foto di Mast Irham / Ansa

La paura nel tennis

No, non direi che ho paura. Nella mia testa è sempre una partita di tennis. Se una cosa la faccio bene ok, ma se una volta non faccio bene una cosa pazienza, se il tuo avversario è più bravo di te va bene, gli dai la mano e vai avanti alla prossima sfida. Io vivo un po’ così, ma senza paura“, ha aggiunto Sinner.

La famiglia

In merito alla sua famiglia Sinner ha dichiarato: “i miei genitori sono abituato a non averli sempre con me, quando ero piccolo tornavo a casa da scuola e loro erano al ristorante a lavorare, passavo il mio tempo a giocare e sapevo che loro c’erano. Io li amavo per questo loro senso di responsabilità, mi hanno sempre lasciato fare con impegno quello che mi faceva stare bene. Mi dicevano di realizzare i miei sogni qualunque essi fossero, attraverso il lavoro. Naturalmente lasciare libertà ai figli può anche essere negativo, se uno non la prende dal verso giusto: io faccio un discorso che riguarda me, la mia storia, poi ogni genitore è diverso e io non voglio entrare nelle famiglie degli altri, sicuramente ci sono genitori che mettono tanta pressione e altri meno”.

Le Olimpiadi di Parigi 2024

Parigi 2024 sarà un momento chiave per me, per la mia carriera. Sarà la prima volta che gioco all’Olimpiade, sarà bello capire che tipo di avventura sarà, io non vedo l’ora. Non è un torneo che c’è tutti gli anni, io spero di fare il massimo e spero che l’Italia porti a casa più medaglie possibile. Portabandiera? Non so, non ne ho mai parlato“, ha dichiarato in merito alle Olimpiadi di Parigi 2024.

Jannik Sinner Australian Open
Foto di Mast Irham / Ansa

 

Sinner in privato: social e serie tv

Il fresco campione degli Australian Open ha svelato anche alcune delle sue abitudini nel privato: “i social li uso poco, pochissimo. Ti fanno vedere le cose da un lato spesso finto: magari oggi sono triste e metto sui social una foto in cui sorrido ma non è reale, non è sincera. Ho rispetto per i social ma provo a usarli molto molto poco, vivo felice e meglio senza, quindi continuerò a fare così.

Serie Tv? In Australia guardavo The Animal Kingdom ma in Italia forse non si vede. La lettura? Non leggo molto, devo dire, mi porto sempre un libro dietro ma in realtà non leggo molto. Inutile dire qualcosa che non è vero, non fa parte di me.

Il mio primo maestro Mayr? Io ringrazio tutte le persone che mi hanno aiutato a fare il percorso che sto facendo. Il maestro Mayr è davvero forte, tutti i migliori giovani dell’Alto Adige sono passati da lui, è bravissimo, ho ricevuto un messaggio ed era emozionato. Con lui ho fatto un grande lavoro“.

L’Italia è in piena ‘Sinner-mania’. “Io credo che la cosa più importante sia questa, che la gente si avvicini al tennis, al di là di me. Perché il tennis è sano, si può giocare a ogni età e bastano una racchetta e una pallina. Ora ci sono io ma penso che tutti noi stiamo facendo qualcosa per il tennis italiano, spero ci siano tanti altri giovani che si allenino e giochino, questa è la cosa più piacevole“, ha sottolineato.

Jannik Sinner Australian Open
Foto di James Ross / Ansa

Sinner e il passato nello sci

E pensare che per qualche scelta diversa del passato, oggi Sinner potremmo applaudirlo come… sciatore:ero molto forte, a 8 anni ho vinto i campionati italiani, poi un paio di anni ho fatto fatica quando a slalom e gigante si sono aggiunte le discipline veloci; nel frattempo giocavo anche a tennis e pensavo che nello sci un errore ti fa buttare la gara e ti devi alzare sempre presto al mattino mentre il tennis mi piaceva anche per il modo in cui vedevo che mi faceva crescere come persona. Imparare a cucinare da solo, vivere da solo, mi ha aiutato anche nella consapevolezza“.

Il messaggio a Matteo Berrettini

Jannik ha rivolto un pensiero anche a Matteo Berrettini, ancora alle prese con i guai fisici: “spero di vederlo presto, Matteo merita il meglio dal tennis, lui mi ha aiutato spesso in passato e gli sono grato. Tengo molto a lui e se mi chiederà qualcosa sarò felice di aiutarlo. E in Davis sarà importante essere tutti al top, ora abbiamo anche un doppio fortissimo con Vavassori-Bolelli“.

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