Ginnastica, vietate le foto a gambe aperte: l’idiozia bigotta bocciata anche dalle ginnaste

La Federazione svizzera vieta le foto alle ginnaste mentre hanno le gambe aperte. Le ginnaste bocciano la scelta: è "sport" e "arte"

SportFair

Niente più foto a gambe aperte per le ginnaste. La Federazione della Ginnastica in Svizzera ha adottato un nuovo protocollo che vieta ai fotografi di immortalare i gesti atletici delle ragazze con le gambe divaricate. L’obiettivo è quello di evitare la sessualizzazione delle ginnaste ritratte in pose “eticamente sensibili”. Chi dovesse contravvenire al regolamento rischia il ritiro dell’accredito e l’estromissione dalle competizioni.

La comunicazione della Federginnastica svizzera

Mai più foto eticamente sensibili. Volevamo dare un segnale molto forte sul fatto che non vogliamo più immagini di un certo tipo. Era giunto finalmente il momento per mettere tutto nero su bianco. Gli atleti dovrebbero poter praticare il loro sport indipendentemente da cosa indossano o da come vengono fotografati“, le dichiarazioni di Naomi Kempter, che lavora nel dipartimento di etica della Federginnastica svizzera.

L’ultima idiozia bigotta

La scelta cavalca l’onda del politically correct intriso di bigottismo che tanto inquina diversi ambiti della società moderna. Da sempre atleti e atlete della ginnastica assumono pose artistiche (non a caso, la ginnastica è ‘artistica’ e non ‘erotica’) che possono esprimere grazia, eleganza e in alcune coreografie anche sensualità.

Si tratta di sport e di arte. Chi in un enjambèè riesce a vedere solo della sessualizzazione concentrandosi unicamente sulle ‘gambe aperte’ della ginnasta dovrebbe guardare un altro sport e farsi qualche domanda personale, magari sdraiato su un lettino con di fianco un professionista che appunta le risposte su un taccuino, in sedute concordate settimanalmente.

Di questo passo dove arriveremo? A vietare i pantaloncini alle pallavoliste in favore di comodissime tute? A vestire giocatori e giocatrici di beach volley con 40 gradi sotto il sole? A vietare gonnelline e vestiti alle tenniste in favore dei pantaloni? Non sia mai che una foto o un video possa mostrare il lato B di un atleta (uomo o donna), o peggio ancora si possa scoprire se quel giorno dal gonnellino di Marketa Vondrousova, fresca campionessa di Wimbledon, venga fuori un pezzetto di intimo nero o giallo.

Nel mondo della ginnastica sono stati evidenziati tanti problemi, denunciati spesso dalle stesse atlete, situazioni neanche considerate dall’opinione pubblica radical chic. Mai nessuna atleta si è lamentata di una foto fatta da un fotografo professionista che la ritrae durante una gara mentre volteggia perfetta, sicura e leggiadra durante un esercizio in spaccata. E se a dirlo sono le stesse protagoniste…

Vanessa Ferrari
Foto di Ettore Ferrari / Ansa

Le italiane bocciano la scelta

Cosa ne pensano davvero le ginnaste? Martina Maggio, Asia D’Amato ed Elisa Iorio, tre ginnaste del gruppo sportivo Fiamme Oro della Polizia di Stato, hanno risposto dal ritiro collegiale di Riccione dove è in corso la preparazione per i mondiali di Anversa (Belgio) del prossimo Autunno, validi per la qualificazione ai Giochi Olimpici di Parigi 2024. Intervistate ai microfoni del programma “Gli Inascoltabili” in onda su radio New Sound Level fm90, le tre ragazze hanno bocciato la scelta.

Martina Maggio: “allora a questo punto non dovremmo più avere nessuna foto perché passiamo la maggior parte del tempo a fare esercizi con le gambe aperte. Per quanto mi riguarda non mai avuto imbarazzo e non mi sono mai sentita a disagio per questa cosa. Non ci vedo niente di male“.

Martina D'Amato
Foto di Ronald Wittek / Ansa

Asia D’Amato: “io non ci vedo nulla di male alla fine il nostro sport è tutto con le gambe aperte quindi non mi sono mai soffermata su questo argomento anche perché la maggior parte delle pose sono quando sei in aria a gambe aperte e anzi quelle foto sono le più belle“.

Elisa Iorio: “essendo ginnaste passiamo la maggior parte del tempo con le gambe aperte. Ogni esercizio che facciamo lo prevede, a gambe unite c’è veramente poco. Sinceramente non mi sono mai soffermata su questo argomento e non sto a giudicare se questa decisione è un’esagerazione oppure no, ma così nessun potrebbe più farci foto perché nella ginnastica artistica le gambe sono quasi sempre aperte perché è previsto dall’artisticità del gesto tecnico. Non c’è imbarazzo, faccio ginnastica da quando avevo sei anni e mi hanno sempre fatto foto di quel tipo“.

I veri problemi sono altri

Nei giorni scorsi anche la ginnasta Carlotta Ferlito si era espressa sull’argomento sottolineando come si debba accendere i riflettori su ben altri problemi presenti nel mondo della ginnastica artistica. “Secondo me con tutti i problemi che ci sono legati al corpo nel mondo dello sport questo potrebbe essere l’ultimo. – ha dichiarato – Durante la mia carriera ho subito degli abusi soprattutto psicologici per quanto riguarda l’immagine corporea. Quindi dover essere sempre perfette, dover rappresentare una certa immagine, dover pesare anche un certo peso. Penso che questo sia un tema molto più importante su cui sensibilizzare. 

E’ un po’ pesante questa particolare attenzione al corpo della donna che magari parte anche da uno spunto nobile, però poi sfocia nell’esasperazione. Questa stessa attenzione non viene posta nei confronti dei miei colleghi sportivi maschi. Io ne conosco personalmente molti che gareggiano con tutine molto strette attraverso cui possiamo contare davvero tutte le fasce muscolari, ma nessuno penserebbe mai che il vestito sia non consono alla competizione”.

Carlotta Ferlito
Foto di Tatyana Zenkovich / Ansa
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