Le confessioni di Dybala sugli stipendi: la Juventus è sempre più nei guai

Le rivelazioni di Paulo Dybala sulla manovra degli stipendi: peggiora la posizione del club bianconero

SportFair

Continua a peggiorare la situazione in casa Juventus, in relazione anche alla manovra degli stipendi. In particolar modo non sono passate inosservate le dichiarazioni dell’ex terribile, Paulo Dybala. Il club bianconero è stato punito con 15 punti di penalizzazione, il riferimento è allo scandalo delle plusvalenze fittizie. L’accusa nei confronti della Juventus è quella di aver concluso accordi di mercato con altre società in Italia e all’estero, sovrastimando il valore di alcuni calciatori per sistemare il bilancio.

Il club bianconero è pronto a presentare ricorso e le strade sono due: la conferma dei 15 punti di penalizzazione o la totale assoluzione, non è prevista infatti una riduzione dei punti. L’ultima decisione riguarda il provvedimenti di ‘unire’ i filoni delle plusvalenze e della manovra degli stipendi.

juventus
Foto di Alessandro Di Marco / Ansa

Le confessioni di Dybala

La Juventus rischia tantissimo anche sulla manovra degli stipendi. L’accusa è quella di aver fatto firmare scritture private ai calciatori per il pagamento degli stipendi nei primi mesi della pandemia da Covid, con la promessa di versare tre mensilità nella stagione successiva.

Il club bianconero rischia un’altra stangata e anche alcuni calciatori sono ormai vicinissimi alla squalifica per almeno un mese. Le ultime dichiarazioni dell’ex Dybala, intercettato da Sportitalia, rischiano di peggiorare ulteriormente la posizione del club bianconero.

“Quello che ricordo io era che era uscito un comunicato stampa. Tanta gente pensava che noi avessimo rinunciato a quattro mesi e nessuno sapeva in quel momento che noi avremmo preso tre mesi ma pagati più avanti. Leggendo il comunicato non è l’accordo che abbiamo raggiunto. C’è scritto che rinunciamo a quattro mesi ma non c’è scritto che avevamo già l’accordo sulle tre mensilità, che erano certe”.

Dybala continua: “la proposta era quella di non percepire i quattro mesi di stipendio. Noi non eravamo d’accordo perché non volevamo rinunciare a così tanti mesi. L’accordo è stato che di quei quattro mesi ne percepivamo tre nella stagione successiva e uno lo lasciavamo come solidarietà. Quando ci hanno chiesto di rinunciare a quattro mesi, siamo rimasti stupiti e molti di noi hanno detto no. Noi per quell’anno rinunciavamo a quattro stipendi. Tre ce li pagavano con certezza, senza condizioni l’anno successivo e uno lo lasciavamo in solidarietà. Questo è l’accordo finale”.

Infine conclude: “ricordo che prendemmo la decisione di decidere insieme, cioè di accettare o meno la proposta ma di farlo tutti insieme. Io non ricordo di averne parlato personalmente con Paratici e Nedved”.

Condividi