Polemica sul bus scoperto dell’Italia, Bonucci si infuria e attacca: “scaricare le colpe è roba da italiani”

Leonardo Bonucci ha rispedito al mittente le critiche relative alla sfilata dell'Italia sul bus scoperto, il difensore azzurro ha fatto chiarezza su quanto avvenuto lunedì

SportFair

Botta e risposta tra la prefettura di Roma e la Figc nell’ambito della polemica scoppiata per la sfilata della Nazionale sul bus scoperto, prima negata e poi concessa dalle autorità dietro ‘presunte’ pressioni dei calciatori. Tra questi anche Leonardo Bonucci, intervenuto ai microfoni de ‘Il Foglio’ per fare chiarezza sulla questione e rispedire al mittente le accuse: “le autorità hanno acconsentito all’utilizzo del pullman scoperto, dicendo che sarebbero state in grado di gestire la situazione. A ognuno il suo compito e il suo ruolo, è davvero semplicistico e molto italiano scaricare le colpe. L’intera delegazione ha chiesto il pullman scoperto e siccome quello coperto a prescindere era stato bloccato dalla folla già in strada e sarebbe comunque stato limitato nel passaggio a seguire, le autorità hanno acconsentito. Noi non ci permetteremmo mai e poi mai di sostituirci alle autorità competenti, che immagino abbiano fatto le loro dovute valutazioni, prima di quanto avvenuto in piazza del Popolo la sera prima e poi con il nostro passaggio in città“.

Bus scoperto
Foto di Angelo Carconi / Ansa

Il retroscena

Sul Corriere della Sera sono poi state pubblicate le rivelazioni di una fonte interna alla società che ha messo a disposizione il pullman scoperto, la quale ha ammesso come il bus sia stato richiesto dopo la vittoria in semifinale contro la Spagna. Queste le sue parole: “ci siamo quindi accordati su come operare. Lunedì alle 16.40 ci hanno chiesto di muoverci verso il centro città per poi comunicarci di andare verso Palazzo Chigi. Le forze di polizia ci hanno aiutato a farci largo tra la folla, evidentemente erano state avvisate altrimenti ci avrebbero bloccato. Eravamo un pochino preoccupati per la folla, la polizia però sapeva esattamente cosa dovevamo fare“.

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