Dai costi stellari per iscriversi ai bizzarri riti scaramantici: 8 curiosità sull’America’s Cup

La storia dell'America's Cup nasconde tante curiosità: dai costi elevati per iscriversi alla gara ai gesti scaramantici, ecco le 8 più interessanti

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Questa notte partirà lo spettacolo dell’America’s Cup. Tantissimi italiani punteranno la sveglia nel cuore della notte per assistere alla sfida tra Luna Rossa e Team New Zealand. Dopo l’impresa storica della Prada Cup, l’equipaggio italiano è pronto a far bene ed è  motivato a fare tutto il possibile per battagliare contro la squadra defender della prestigiosa, più importante e antica gara di vela.

Tante sono le curiosità legate all’America’s Cup, dai titoli mai vinti, alle decisioni che spettano ai vincitori, fino alle spese per potersi iscrivere alla gara. Scopriamo insieme le 8 curiosità più interessanti dell’America’s Cup.

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1. I vincitori decidono i luoghi della gara

Spetta al vincitore dell’America’s Cup decidere le regole della sfida successiva. Al trionfatore della competizione spetta, quindi, anche di scegliere quando la gara si svolgerà, dove e quali tipi di barche si possono utilizzare.

2. La Gran Bretagna non ha mai vinto la Coppa America

Nonostante la gara inaugurale dell’America’s Cup si sia disputata a Cowes nel 1851, la Gran Bretagna non ha mai vinto la “Auld Mug”. Gli Stati Uniti l’hanno vinta invece 28 volte, la Nuova Zelanda tre, la Svizzera due e l’Australia una.

3. Il neozelandese Russell Coutts è il velista con più vittorie in America’s Cup

Il velista neozelandese Sir Russell Coutts ha vinto l’America’s Cup ben cinque volte, tre delle quali come skipper, dove ha un perfetto record di 14-0 in acqua (1995, 2000, 2003). E’ stato poi CEO del team Oracle quando vinse due volte l’America’s Cup con 13 vittorie e 8 sconfitte nel 2010 e nel 2013. Entrambe le volte con James Spithill come skipper e timoniere.

4. Il trofeo dell’America’s Cup

Il famoso trofeo d’argento è stato realizzato dal londinese Garrard nel 1848, due anni prima della 100 Pound Cup che ha dato il via all’America’s Cup ed è in realtà una brocca claret. La “tazza” ha la sua scatola da viaggio e in genere ha il suo posto su qualsiasi aereo in cui viaggia, dove è sorvegliata per avere la certezza che rimanga al sicuro.

5. Partecipare costa una fortuna

Non tutti sanno che per partecipare all’America’s Cup bisogna pagare una costosissima quota di iscrizione. Quella del 2021 è di ben 2 milioni di dollari per squadra. Ma non finisce qui: ogni squadra ha poi un costo di gestione’. Bisogna infatti sostenere importanti spese per poter avere a disposizione le barche più tecnologiche al mondo, gli equipaggi più forti, i velisti e tanto altro. La spesa ammonta a decine di milioni di dollari.

Durante l’America’s Cup 2013, si diceva che l’Oracle Team USA, sottoscritto dal miliardario Larry Ellison, avesse speso circa 200 milioni di dollari per assicurarsi la vittoria finale.

6. Uno dei principali marinai neozelandesi è cresciuto in una zona senza mare

Glenn Ashby, skipper e trimmer di randa dell’Emirates Team New Zealand nel 2017, è cresciuto a Bendigo, Victoria, in Australia. Ha imparato a navigare su un lago che era spesso vicino all’asciutto. Il 43enne, soprannominato Gashby, è ancora parte integrante dell’Emirates Team New Zealand come trimmer.

7. La Coppa è stata vandalizzata

Nel 1997 in Nuova Zelanda, un attivista maori ha danneggiato il trofeo dell’America’s Cup dopo averlo colpito con una mazza. Garrard, colui che lo realizzò, fortunatamente lo riparò poco dopo.

8. Superstizioni

Ci sono molti velisti che hanno strane superstizioni e gesti scaramantici. C’è chi non indossa mai la maglia da regata durante la regata, chi decide di non tagliarsi i capelli, la barba o i baffi durante tutta la durata della competizione, altri ancora non vogliono nemmeno un’unghia di colore verde sull’imbarcarzioni

Anche Ben Ainslie non è contrario a un po ‘di superstizione e usa un nome fortunato per tutte le sue barche sin dai suoi primi giorni olimpici. Si chiamano tutte Rita. Quando INEOS ha assunto la direzione della squadra per questa 36a Coppa America, il CEO di INEOS, Sir Jim Ratcliffe, apparentemente voleva un nome adeguatamente patriottico, così hanno inventato Britannia, che contiene Rita al suo interno ed è evidenziato in arancione sulla grafica della squadra.

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