Olimpiadi: la Efimova è sul podio, Schwazer nella polvere: a Rio 2016 va in scena la farsa del secolo

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La Efimova trionfa tra i fischi, Schwazer dice addio alla sua carriera ma merita applausi: ancora una volta ha vinto la mafia dello sport

Olimpiadi Rio 2016 – Da italiani fa male, da sportivi ancora di più. Il Tas ha gelato le ultime speranze azzurre di poter ammirare ai Giochi Olimpici di Rio 2016 Alex Schwazer, il campione del mondo in carica di marcia.

LaPresse/PA
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Otto anni di squalifica sono duri già da leggere, figuriamoci da vivere. Un tempo interminabile che getta nello sconforto un atleta che aveva fatto di tutto per tornare a fare ciò che di più amava: marciare! Ma qualcuno non glielo ha permesso, lo stesso qualcuno che adesso ammira le gesta di Yulia Efimova nella vasca olimpica e, forse, le mette anche al collo quella medaglia d’argento accolta dal pubblico brasiliano con fischi e urla. Non vogliamo scagliarci contro la Russia, lungi da noi salire su un piedistallo ed esprimere sentenze, ma sono tante le riflessioni che in questo momento nascono dal profondo della nostra coscienza, facendoci urlare che tutto questo NON E’ GIUSTO!

LaPresse/Daniele Montigiani
LaPresse/Daniele Montigiani

Mesi di controlli, mesi di sacrifici, mesi di levatacce e di sudore rovinati da un complotto ordito maldestramente da quella che ormai può essere tranquillamente chiamata la mafia dello sport. Forse, se fosse nato in Russia, a quest’ora Alex sarebbe lì pronto a prendersi quel doppio oro olimpico che gli spetta, ma queste sono considerazioni che non vogliamo fare, anche perchè Alex è pulito e lo ha dimostrato risultando sempre negativo ai test antidoping. Come mai quei signorotti che perorano la causa dell’antidoping non ascoltano gli allarmi degli atleti? Come mai non vanno a controllare il perchè Sun Yang faccia la pipì viola? Come mai permettono ad una Nazione intera capace di insabbiare innumerevoli test antidoping positivi di partecipare al massimo evento sportivo del pianeta? Non troveremo mai risposte a queste nostre domande, saremo costretti a scrivere delle vittorie di atleti arrivati a Rio con un solo test alle spalle, guardando Schwazer cadere nell’oblio creato ad hoc per lui. Adesso tutti lo attaccano, troppo facile in un momento simile. Ma del resto l’Italia è fatta così, Pellegrini docet.

Quando arriverà il momento delle scuse, però, sarà sempre troppo tardi.

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