Sport a scuola: un investimento sul futuro dei bambini

Il pregiudizio del talento innato

SportFair

Spesso si pensa che lo sport sia prerogativa di chi ha “doti naturali”: bambini coordinati vengono indirizzati verso discipline come calcio e basket, mentre altri vengono esclusi per mancanza di abilità motorie. Questo approccio, però, è fuorviante. Nella fascia 6–10 anni, quella della scuola primaria, la specializzazione precoce è inutile: l’obiettivo è infatti far crescere capacità motorie di base, come correre, saltare, lanciare e arrampicarsi, ossia i cosiddetti “fondamentali”

Fondamentali motori: le basi del benessere

L’età della primaria è cruciale per costruire gli schemi motori comuni che serviranno per tutta la vita. Non servono pregi atletici: ogni bambino ha il diritto di imparare a padroneggiare il proprio corpo, acquisendo forza, equilibrio, coordinazione e fiducia in se stesso.

Inclusività: coinvolgere ogni bambino

Genitori e insegnanti dovrebbero promuovere attività motorie ludiche e adattate a tutti. Lanciare una palla non è solo esercizio, ma sviluppo di abilità cognitive e psicomotorie, utili anche nell’età adulta. A scuola, evitare di valutare le performance tecniche significa dare valore ai processi di apprendimento e crescita personale

In Italia, c’è un importante progetto come Scuola Attiva – promossi da Sport e Salute – che mira ad integrare sport curricolare nella scuola primaria. Nel programma Kids, il 50% degli alunni delle primarie (oltre 1.270.000) ha svolto attività motoria, con corsi formativi per insegnanti e tutor, e l’uso di giochi progettati anche per bambini con disabilità

Questi progetti raggiungono risultati importanti:

  • Orientamento motorio, scoperta di diverse discipline
  • Sviluppo di competenze fisiche e sociali
  • Coinvolgimento attivo di alunni, docenti e famiglie, anche nella prevenzione del bullismo

I benefici multidimensionali sono innumerevoli come:

  • Salute fisica – quotidiano movimento riduce rischio obesità, migliora postura e resistenza.
  • Crescita cognitiva – attività sportiva stimola la concentrazione, la memoria e la coordinazione occhio‑
  • Benessere emotivo – lo sport insegna disciplina, autostima e gestione delle emozioni.
  • Integrazione sociale – promuove cooperazione, regole condivise, inclusione e rispetto delle differenze.

Come valorizzare quindi lo sport in primaria?

  • Offrire più ore di educazione motoria a settimana, con varietà di giochi e sport.
  • Formare insegnanti e tutor con metodologie inclusive e orientate al gioco.
  • Utilizzare strumenti facilmente adattabili a situazioni multiple e a bambini con bisogni educativi specifici.
  • Coinvolgere le famiglie, promuovendo eventi sportivi e campagne informativa su salute, fair‑play e prevenzione.

Nella scuola primaria lo sport non è un privilegio per chi è già bravo, ma uno strumento di crescita globale. Superando il mito della dote innata, possiamo garantire a tutti i bambini un percorso di sviluppo fisico, emotivo e sociale, ponendo le basi per future generazioni più sane, resilienti e inclusive.

In un’epoca in cui sempre più bambini trascorrono ore davanti a smartphone, tablet e videogiochi, l’educazione motoria diventa una necessità educativa e sanitaria, non solo un’opzione. Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, oltre l’80% dei bambini e adolescenti non pratica sufficiente attività fisica quotidiana. In Italia, il problema è aggravato da abitudini sempre più sedentarie e da una forte esposizione ai dispositivi digitali sin dalla tenera età.

Questa sedentarietà precoce non solo compromette lo sviluppo fisico – con l’aumento di obesità infantile, problemi posturali e carenza di coordinazione – ma ha effetti negativi anche sul piano cognitivo ed emotivo, favorendo cali di attenzione, insonnia e isolamento sociale.

Inserire lo sport in modo sistematico nella scuola primaria significa restituire al corpo il suo ruolo educativo. Il movimento aiuta i bambini a conoscere sé stessi, a esplorare lo spazio e a relazionarsi con gli altri in modo sano e autentico. Ogni gioco, ogni corsa, ogni esercizio all’aria aperta è una risposta concreta a un modello di vita sempre più statico e digitale.

Non si tratta solo di “farli muovere”, ma di educarli al movimento come parte integrante del loro benessere. Per questo, l’attività motoria a scuola deve essere riconosciuta come fondamentale quanto leggere o scrivere, perché prepara i bambini non solo a crescere sani, ma anche a diventare cittadini più consapevoli, attivi e resilienti.