
Quasi sconfitti, ma senza responsabilità. O forse sì, anzi sicuramente sì. Ma si tratta di responsabilità sicuramente molto inferiori rispetto a quelle della proprietà, unica vera grande artefice del tracollo giallorosso. E pensare che Eusebio Di Francesco aveva compiuto un piccolo miracolo rimodellando in sei mesi una Roma smantellata dalle cessioni estive e da acquisti che oggi – esattamente come allora – appaiono assurdi per qualità complessiva e prezzo: ci fermiamo a Defrel, senza voler inferire verso una squadra, un popolo, una città che non merita questo. Perché la tifoseria giallorossa oggi è distrutta e non per il pareggio in extremis con la Sampdoria, ma perché si sente tradita dal suo presidente.

Che non ci ha pensato su un attimo a spingere Dzeko verso il Chelsea, esattamente come fatto con Salah verso il Liverpool e Rudiger verso Londra in estate, e come ha provato in ogni modo a fare pochi giorni fa con Nainggolan, prima che la Luxury Tax del governo cinese infrangesse i sogni di bilancio dell’americano. Dio denaro, legittimo per chi i soldi li mette di tasca propria. Ma vallo a spiegare i tifosi, ‘vittime’ oggi più che mai. Tristi esattamente come gli ultimi minuti 90′ di un Dzeko mai così nervoso – incapace di sorridere nonostante il gol (perchè lui da Roma non se ne sarebbe voluto andare) –, amareggiati proprio come Di Francesco che sta provando in ogni modo a tenere a galla una nave che sembra destinata a naufragare per colpa di chi (Pallotta) ha distrutto i sogni di un popolo intero. 1-1 firmato Edin al Ferraris, l’ultimo canto da cigno giallorosso per il bosniaco. E un rimpianto per quello che poteva essere e che invece non sarà per ‘desiderio’ di Pallotta.