Il mondo si è fermato, nella serata di ieri, a causa della tragica notizia della scomparsa di Kobe Bryant, morto con la figlia 13enne Gianna e altre 7 persone a causa di un incidente aereo.

Uno schianto fatale, che non ha lasciato scampo a nessuno dei 9 passeggeri. Un vero dramma, una tragedia che ha devastato il mondo intero. Tanta tristezza anche in Italia, dove Kobe ha mosso i suoi primi passi sui parquet da gioco, seguendo il padre Joe che militava nel nostro campionato.
Kobe, un bimbo scatenatissimo, una vera peste, si è fatto tanti amici in Italia, come anche Christopher Goldman Ward, suo miglior amico ai tempi di Reggio Emilia. “Il colpo é stato troppo grande questa volta. Tutto è iniziato sotto casa con il canestro appeso al terrazzo, dove passavamo pomeriggi a sfidarci“, ha raccontato a LaPresse.

Christopher, quando il suo caro amico ha deciso di ritirarsi, 4 anni fa, gli ha anche scritto una lettera: “oggi la sento in modo particolare e la voglio ripetere e gridare al mondo. Devo essere grato a te Kobe, non per avermi dato ’15 minuti’ di celebrità, non per essere il migliore amico che ho avuto, non per le promesse, non per l’illusione, non per… Devo essere grato a te Kobe per avermi permesso di intravedere come fosse fatto ‘il sogno di un bambino’… abbiamo camminato insieme lungo la strada del sogno tenendoci per mano e all’improvviso hai lasciato cadere la mia mano e proseguito dove non potevo… e io ti fissavo mentre salivi verso l’alto, raggiungevi la gloria, orgoglioso del nostro sogno diventato realtà. Sono stato fortunato, ho avuto la possibilità di sentire, di percepire la gloria come un bambino può sentire le vibrazioni della madre attraverso l’ombelico…. tu eri la connessione. Oggi, dopo un battito di ciglia, è tutto finito e il sogno è diventato realtà, la cima della montagna è stata raggiunta, il percorso è stato completato. E mi sento triste e stanco, come te. Grazie amico mio“.

