Il mondo dei campioni è eccitante. Sono degli idoli, compaiono sulle copertine dei giornali internazionali, amano il rischio, sono allenati e combattivi. Per un popolo del pallone come il nostro, il calciatore è il primo mito del bambino e spesso la prima cotta delle adolescenti, di pari passo con gli attori del red carpet.

Tuttavia, sebbene le copertine patinate ce li mostrino sempre giovani e belli e fermo restando che sicuramente ci sono lavori ben peggiori nella vita, si stancano anche loro. Ebbene si, succede. Il riposo del vero guerriero, a quanto pare, vede distese di viti al sole, una passione legata alla terra, la volontà di creare un prodotto eccellente. Si cambia campo da gioco e divisa, ma passione, costanza e allenamento non restano in panchina. Oggi facciamo un viaggio tra alcuni dei campioni che si sono ritirati in mezzo alle vigne, o che hanno da sempre avuto un debole per la produzione di buon vino e si sono diversificati, da campioni e basta a “campioni vitivinicoli”.

Tra i più famosi, certamente Jarno Trulli, pilota automobilistico, team principal e produttore di vini. Di origini abruzzesi, è un campione che mantiene una certa genuinità e dimostra da sempre l’ attaccamento alla sua terra. Infatti, i risultati delle sue imprese sportive sono finite proprio là, nel Comune di Alanno, dove nel 1999 ha acquistato un’antica tenuta e da allora si impegna a valorizzare il prestigio dei vitigni abruzzesi, il Montepulciano e il Trebbiano D’Abruzzo. Sono vitigni che, se aiutati da mani esperte e valorizzati dai giusti abbinamenti, vanno a 300 Km all’ora senza fatica.
Impossibile non pensare poi a Francesco Moser, ex ciclista e pistard italiano. Alla fine degli anni 80, riposta la bicicletta, decide di seguire le orme del padre proprio a casa sua, in Val di Cembra, vicino Trento. Il passo è sembrato del tutto naturale, dalla maglia rosa al rosè 100% Pinot Nero, ultima novità di casa Moser. Oggi, con il contributo dei figli, l’ex atleta regala al Trentino Alto Adige uno dei prodotti più di spicco nel paesaggio enologico regionale. A riprova del fatto che il miglior Team resta sempre la famiglia.
Centrocampista di fama internazionale, anche lui si dedica al campo che da buoni frutti: è Andrea Pirlo, che possiamo considerare la “new entry” rispetto ai colleghi Trulli e Moser. E’ nel 2007, infatti, che rileva una piccola proprietà alle porte di Brescia insieme alla famiglia, ripristinandone il vigore e la biodiversità attraverso una filiera produttiva rispettosa e uno scientifico rigore nei procedimenti. Fuoriclasse si nasce e si resta, la sua azienda Pratum Coller, non a caso, sposa il motto “Guidare senza costringere”. Solo un vero leader poteva tradurre l’energia delle proprie gambe e la fierezza dello spirito in qualcosa di ottimo da bere.
Dulcis in fundo, un velo di malinconia per una grande successo enologico, che conobbe fasti e successi ma ormai sotto l’egida del mercato cinese. Si parla di Niels Liedholm, campione e allenatore di calcio. Invece che in Svezia, sua terra d’origine, a suo tempo investì a Cuccaro Monferrato, in provincia di Alessandria. La carriera l’aveva portato in Italia già da tempo e la sua storia s’intreccia spesso con quella del Milan: come non innamorarsi di quell’Italia che da buoni frutti, l’Italia delle eccellenze nei settori più di spicco, dall’ eno-gastronomia al pallone? L’azienda va avanti anche senza di lui, ma siamo certi che il Barone si sia trascinato via gran parte del fascino e certamente le bottiglie più vincenti.
Le Marchese del Gusto

