Lewis Hamilton è un campione a tutto tondo, in grado di influenzare diversi aspetti della socialità grazie alla propria influenza e, conscio del suo ruolo, è sempre in prima linea nelle battaglie sui temi più caldi della società. In questi giorni il pilota Mercedes, in qualità di ambasciatore della campagna di beneficenza #TOGHETERBAND, che si occupa di fornire ai bambini un’istruzione di qualità indipendentemente dalla provenienza e dal colore della pelle, si è dedicato ai ragazzi dell’Alperton Community School, scuola a nord-ovest di Londra.
Hamilton ha raccontato la sua esperienza con la dislessia, disturbo che gli ha creato non pochi problemi a scuola e nella vita, ma che non è stata in grado di fermare il piano che il destino aveva scelto per il pluricampione di Formula 1. “Di momenti difficili a scuola ne ho avuti molti, ma per fortuna mio padre mi ha inculcato il ‘non mollare mai‘ come tipo di mentalità. Passare attraverso i fallimenti fa parte del viaggio verso il successo e io vi incoraggio a non arrendervi mai. – ha spiegato Hamilton ai bambini – Tutti possiamo essere bravi in qualcosa. Spetta solo a voi e alle vostre famiglie aiutarvi a trovare la strada giusta.
Come sono diventato un campione di F1? Ho lavorato duramente e un sacco, io volevo essere davvero bravo in qualcosa. Io ho sempre lottato per recuperare il ritardo che ho scoperto a 17 anni, e per me l’istruzione è stata importante. Sto lavorando in questa campagna perché ci sono molte persone in giro che non hanno l’opportunità che voi ragazzi avete. Quello che trovate, prendetelo e non scartatelo, piuttosto cercate di migliorarvi.
Qualche vecchio professore mi disse che nella mia vita non avrei mai combinato nulla, anche se ora, a distanza di tanti anni, mi sento di perdonarli. Prima ero in una council house, ora mi è capitato di pranzare con la Regina Elisabetta o di essere seduto vicino a Nelson Mandela. Sono cose di cui sono eternamente grato“.

