“Operazione Penalty”: come un arbitro (e non solo) ha truccato le partite nelle serie minori per vincere alle scommesse

Cinque arresti domiciliari con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla frode sportiva

Tra mercoledì 29 e giovedì 30 ottobre 2025 carabinieri e Guardia di Finanza, coordinati dalla Procura di Reggio Calabria, hanno eseguito cinque arresti domiciliari con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla frode sportiva. Al centro dell’inchiesta, battezzata “Penalty”, c’è l’arbitro calabrese Luigi Catanoso, accusato di aver condizionato match delle categorie giovanili (Primavera) e di campionati di serie minori per far verificare esiti funzionali alle puntate (in particolare i mercati “over” e alcuni risultati/handicap), con l’appoggio di complici che scommettevano su quelle partite. Secondo gli inquirenti, il meccanismo prevedeva rigori ed espulsioni inesistenti per indirizzare il punteggio e gonfiare il numero di gol.

L’indagine: da una segnalazione sui flussi anomali al blitz

L’origine dell’inchiesta risale a una segnalazione dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli su flussi anomali di scommesse: in particolare su una gara del campionato Primavera 2 (Benevento–Cesena, 2024) arbitrata dal medesimo direttore di gara, con volumi insolitamente concentrati su uno specifico esito. Da lì gli approfondimenti tecnici e le analisi sugli “over” ricorrenti in alcuni match diretti o “influenzati”.

Gli investigatori ricostruiscono un circuito di giocate con puntate localizzate soprattutto in comuni dell’area reggina (Condofuri, Melito Porto Salvo, Palizzi Marina e Reggio Calabria) e un modus operandi fondato sulla corruzione o cooptazione di arbitri chiamati a dirigere incontri “selezionati” per essere manipolati.

Chi è l’arbitro al centro del caso

Catanoso è un fischietto della Sezione AIA di Reggio Calabria, con designazioni in giovanili nazionali e qualche presenza nel professionismo (Serie C). In passato ha diretto anche club poi approdati in C e B; alcune cronache locali ricordano sue gare dal 2017 al 2022. Gli approfondimenti giornalistici hanno ripercorso episodi e designazioni, segnalando anche un precedente “infortunio” sospetto in campo.

Come (secondo l’accusa) si truccava una partita

  • Target delle puntate: mercati “over” (numero di gol) e varianti su cui è più semplice incidere a gioco in corso.

  • Le leve tecniche: concessione di rigori borderline, gestione “creativa” dei cartellini (espulsioni per sbilanciare gli equilibri), allungamento/accorciamento dei tempi di recupero.

  • La rete di scommesse: puntate distribuite su più ricevitorie e conti, prevalentemente in Calabria, per diluire i picchi.

  • Il pattern: concentrazione di volumi anomali su poche gare “mirate”, spesso nel settore giovanile (meno copertura tv, meno VAR, meno allerta pubblica).

Perché le giovanili e le serie minori sono vulnerabili

  1. Bassa visibilità mediatica e tecnologica (assenza di goal-line/VAR).

  2. Compensi e status meno solidi per arbitri e addetti, quindi maggiore esposizione a tentativi corruttivi.

  3. Mercati di scommesse profondi anche su tornei minori, spesso trascurati dai sistemi di “integrity betting” fino ai picchi di volume. (La Procura cita proprio una alert sui flussi come innesco dell’indagine).

Le contestazioni giuridiche

L’impianto accusatorio parla di associazione a delinquere e frode sportiva (art. 1 L. 401/1989) con aggravanti legate al ruolo pubblico dell’arbitro nell’ordinamento federale. L’ipotesi di corruzione tra privati in ambito sportivo e l’eventuale interdizione sono profili che potrebbero maturare in sede cautelare/federale. (Quadro desunto dai capi di accusa riportati nelle cronache giudiziarie).

Il contesto: un’Italia che fa i conti con il betting

Il dossier “Penalty” arriva pochi mesi dopo altre inchieste su gioco illegale e debiti da piattaforme clandestine che hanno coinvolto anche calciatori di Serie A (vicenda milanese su 12 giocatori, con profili penali separati e senza combine di partite). Segno di un ecosistema del betting che, tra legale e illegale, continua a intersecare il calcio a vari livelli.

Cosa rischiano i protagonisti (tra giustizia ordinaria e sportiva)

  • Giustizia penale: pene detentive e pecuniarie per frode sportiva; eventuali misure interdittive.

  • Giustizia sportiva (FIGC/AIA): squalifiche pluriennali o radiazioni per arbitri/dirigenti, penalizzazioni per società se emergessero responsabilità oggettive o dirette. (Valutazione alla luce della prassi federale in casi analoghi; i provvedimenti sportivi seguiranno gli atti della Procura).

Le reazioni attese

Nelle prossime ore sono attese prese di posizione di FIGC e AIA, con apertura di fascicoli paralleli presso la Procura Federale. Sul fronte investigativo, l’esame dei tabulati delle scommesse e dei tracciati VAR/rapporti arbitrali, dove presenti, potrà rafforzare o smentire la catena indiziaria. (Scenario coerente con quanto già filtrato dagli organi di stampa).

Perché questa inchiesta è diversa dalle precedenti

Non siamo (almeno fin qui) davanti a una rete di “combine” sistemiche tra club, ma a un cluster centrato sulla classe arbitrale nelle categorie meno presidiate, con logiche tattiche sulle giocate live. Se confermato, il caso imporrà nuovi protocolli di integrity sui campionati giovanili e un monitoraggio proattivo delle designazioni

Nota: tutti gli indagati sono presunti innocenti fino a sentenza definitiva. Le accuse, i numeri e i nomi riportati provengono da fonti giornalistiche e comunicazioni istituzionali.

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