Spionaggio ai danni di Marcell Jacobs, Tortu non risponde davanti ai pm

Il velocista ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere in quanto parente di un indagato

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Filippo Tortu, velocista e oro a Tokyo 2020 nella 4×100, è stato convocato per essere ascoltato come testimone sul presunto spionaggio ai danni di Marcell Jacobs e davanti ai pm ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere in quanto parente di un indagato.

Il fratello, Giacomo Tortu, è indagato per accesso abusivo a sistema informatico in concorso in un filone dell’inchiesta del pubblico ministero di Milano, Francesco De Tommasi con il sostituto della Direzione nazionale antimafia, Antonello Ardituro.

Giacomo Tortu è ritenuto il mandante della richiesta, emersa da alcune chat, con cui l’ex super poliziotto Carmine Gallo (morto il 9 marzo d’infarto) avrebbe commissionato ai propri uomini, e in particolare agli indagati Lorenzo Di Iulio e Gabriele Edmondo Pegoraro, di entrare nel telefono di Jacobs e “procedere” alla “estrazione delle chat” riguardanti lui e “il suo entourage”. L’attività avrebbe preso di mira l’oro olimpico di Tokyo 2021 nei 100 metri piani ma anche lo staff, fra cui l’allenatore Paolo Camossi, il manager Marcello Magnani e il nutrizionista Giacomo Spazzini.