Marcell Jacobs è finito in prima pagina sul The Times che ha pubblicato un’inchiesta su di lui: agli inglesi risulta difficile ammettere che l’azzurro è il più veloce al mondo e dunque sono a caccia di ‘scoop’ e continuano a mettere in dubbio la sua ‘pulizia’ sportiva.
In un’intervista al Corriere della Sera il velocista azzurro risponde ancora una volta agli inglesi: “a Tokyo sono stato testato otto volte in dieci giorni, così come in tutte le mie gare della stagione. Questi sospetti mi hanno un po’ amareggiato, ma non mi toccano più di tanto. Tutto nasce dal fatto che in molti pensavano che i 100 a Tokyo dovesse vincerli un americano e invece sono spuntato io. Il rinvio dei Giochi di un anno certamente mi ha aiutato, perché il 2020 è stato di transizione. Già nel 2019 facevo 10’03’’, pur correndo ancora con lo stile del lunghista“, ha affermato.
“In tanti hanno fatto finta di non sapere nulla di me, soprattutto i miei amici-rivali. Siamo amici da tempo sui social e quando gli ho inviato un video dell’uscita dai blocchi in allenamento a Rieti ecco cosa mi ha risposto: 9’80’’ clean. Esattamente il tempo che poi ho fatto in finale. Dubbi lui? E cosa dovrei pensare io di uno specialista dei 400 che da una stagione all’altra passa da 10’30’’ a 9’84’’?“, ha concluso Jacobs parlando dello statunitense Fred Kerley, argento nei 100 metri a Tokyo.

