Dal Sudafrica giungono notizie di atletica leggera che non riguardano soltanto Oscar Pistorius. Si sono da poco conclusi i campionati del mondo IAADS (Associazione Internazionale Atletica per persone affette da Sindrome di Down) a Bloemfontein, in Sudafrica. Gli atleti della nazionale italiana hanno portato a casa ben 32 medaglie: 27 nell’atletica leggera e 5 nel tennis tavolo. Tutti gli sportivi che hanno partecipato a questa manifestazione sono affette da trisomia 21, denominata anche sindrome di Down.
L’atleta italiana che ha vinto più medaglie è stata Nicole Orlando che si è aggiudicata quattro ori (100 metri, salto in lungo, staffetta 4 x 100 e triathlon) e un argento (200 metri), stabilendo anche il nuovo record del mondo nel triathlon. Gli altri azzurri non sono, di certo, rimasti a guardare: Silvia Preti ha vinto tre ori (lancio del peso, del giavellotto e del disco), Stefano Lucato e Sara Spano due rispettivamente nella marcia 800 e 1500 e nei 200 e 400 metri).

Il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, si è congratulato con la Orlando per “aver reso onore all’Italia”. Va detto che sono stati bravi tutti gli atleti, sia quelli capaci di vincere una medaglia che quelli che non ce l’hanno fatta, perché sono stati capaci di vincere una gara molto più difficile: quella contro i pregiudizi.
Troppo spesso si è erroneamente pensato che le persone affette da sindrome di Down non potessero fare sport e gareggiare. Roberta Becchia, la madre di Nicole Orlando, ha dichiarato, al “Corriere della Sera”, che le era stato detto che “i ragazzi Down hanno i legamenti laschi e quindi sono lenti e pigri. Per stimolarla, l’abbiamo portata in piscina che aveva appena un anno. Quando ha iniziato a camminare è stata la volta della ginnastica artistica”. Ha aggiunto, inoltre, di aver “imparato subito, e grazie ai suoi legamenti laschi era la più brava a fare le spaccate”.

Le vittorie ottenute dagli atleti italiani ai mondiali IAADS dimostrano, ulteriormente, che le persone affette da sindrome di Down e, in generale, tutte le persone diversamente abili, possono fare uno sport e partecipare alle competizioni nazionali e internazionali.

