Difficile trovare aggettivi per uno con la sua storia sportiva. Fabrizio Donato, capitano azzurro a Belgrado, centra l’ennesima medaglia di una carriera infinita, saltando sul’argento continentale di Belgrado. Il 17,13 che lo colloca al secondo posto finale, dista appena sette centimetri dall’oro, finito al collo di un altro atleta di lungo corso, il portoghese Nelson Evora (17,20).

Al bronzo arriva invece il tedesco Hess, battuto da Donato di appena un centimetro (17,12), e che però in qualificazione, venerdì, era stato capace di saltare addirittura i 17,52 del mondiale stagionale. L’azzurro, dopo il salto da classifica, e con un tendine sempre “in rosso”, evita di chiedere troppo ai suoi 40 anni e mezzo, e rimane seduto per tutti e tre i turni successivi, nei quali, di fatto, non succede più nulla. Nell’ultimo giro, con l’argento ormai al collo, Donato torna in pedana, senza però riuscire ad andare oltre i 16,43. Ma è una sorta di passerella, una sfilata a ricevere l’applauso di tutta la Kombank Arena, che saluta un vero e proprio Highlander dello sport continentale.

