Hamilton, voglia di Ferrari e futuro: dopo il ritiro lo vedremo in una doppia veste

Lewis Hamilton parla a GQ tra presente in Mercedes, futuro in Ferrari e la sua 'seconda vita' una volta che avrà smesso con le corse

SportFair

Sul nuovo numero di GQ in edicola il prossimo 9 aprile, sarà possibile leggere un’intervista esclusiva a Lewis Hamilton, realizzata con il “Global Director of Content Development” di GQ Dan Riley. Il pilota Mercedes parla della sua vita fuori e dentro la pista, si espone sul suo futuro in Ferrari e sulla sua carriera dopo il ritiro. Ecco qualche assaggio.

Hamilton, presente in Mercedes e futuro in Ferrari

Non ho mai iniziato un anno pensando a quello successivo“, ha spiegato Lewis Hamilton a GQ. “Il mio pensiero principale è la risposta a un’unica domanda: ‘Come posso portare a termine l’anno migliore mai avuto con il mio attuale team, dopo tutte le stagioni trionfali passate insieme?’“.

Nel 2024, precisa, “mi sto allenando più duramente di quanto non abbia mai fatto. Mi sento più preparato fisicamente rispetto a qualsiasi altra stagione. Perciò sono davvero entusiasta del presente, consapevole di non potere fare meglio. Allo stesso tempo sto concependo nuove idee, progetti che desidero realizzare nella prossima fase. Onestamente ho reso manifeste tutte le mie intenzioni. Lo faccio ogni anno. Lavorare con Tommy. Vincere un campionato del mondo. Battere record. E di conseguenza ho fatto altri progetti per il futuro“.

Passaggio in Ferrari?Forse si tratta di una volontà più inconscia, legata al primo periodo della mia vita. Ma è sempre stato un obiettivo importante per me. Al momento, però, voglio portare la Mercedes al massimo delle sue potenzialità in questa stagione“, conclude.

Hamilton dopo il ritiro: le chiacchierate con i campioni

Ho avuto occasione di chiacchierare con tanti atleti straordinari, da Boris Becker a Serena Williams, fino a Michael Jordan“, racconta il 39enne Hamilton a GQ. “Nel ragionare con i grandi campioni incontrati lungo la strada che si sono ritirati o anche alcuni ancora in attività, siamo arrivati a parlare del timore verso il futuro, della mancanza di preparazione per ciò che verrà dopo. Molti di loro hanno lamentato: ‘Mi sono fermato troppo presto’. Oppure: ‘Sono rimasto oltre il limite’. ‘Quando è finita, non avevo niente in programma’. ‘Mi è crollato il mondo addosso perché tutta la mia vita era incentrata sull’agonismo sportivo’“.

Alcuni di loro rimpiangevano: ‘Non ho pianificato il dopo ed è stato un po’ un casino perché mi sono sentito davvero perso. Provavo un senso di incompletezza. Un vero e proprio vuoto. E non avevo idea di come avrei potuto riempirlo. All’inizio avevo solo fretta di farlo e ci provavo con le cose sbagliate. Fai qualche errore, finché alla fine trovi la tua strada’. Alcuni ci hanno messo più tempo. Altri meno. Comunque mi hanno indotto a pensare: ‘Ok, quando mi fermerò, come potrò evitare di trovarmi nella stessa situazione?’“.

Cosa farà Hamilton dopo il ritiro?

Ho capito che non posso correre per sempre“, spiega Lewis nell’intervista a GQ. Ciò lo ha spinto a coltivare altre passioni. “Il vero problema è che voglio fare tutto – afferma ridendo – Sono molto ambizioso. Capisco però che non si può fare, anzi, mi rimangio quanto ho appena detto perché non credo nella parola ‘non si può’. Per diventare un maestro in qualcosa, ci vogliono 10.000 ore. Ovviamente, l’ho fatto nelle corse. Non c’è abbastanza tempo a disposizione per diventare un maestro in tutte queste discipline“.

Hamilton fra moda e cinema

Dunque, cosa ci sarà dopo le corse? “Penso che saranno il cinema e la moda“, risponde. “A mio avviso, si tratta di lavorare sull’idea di dare davvero una mano e rimettere in moto l’ascensore sociale“, afferma. “Ci sono così tanti marchi emergenti di incredibile valore che, prima o poi, verranno inglobati nelle grandi organizzazioni. I giovani talenti perderanno una grande percentuale dell’azienda da loro stessi avviata. Spesso è così che va.

Non è facile ottenere un posto a tavola. Entrare nella stanza con Bernard Arnault e discutere. Se ci ho provato? Non sono ancora nella stanza, ma credo di poterci riuscire. Onestamente, uno dei miei sogni è quello di creare una mia LVMH diversa. Non so se viviamo in un’epoca in cui un’impresa simile sia effettivamente possibile. Ma è qualcosa su cui sto ragionando“.

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