Sanremo, quello che nessuno vuole ammettere: Geolier ha spaccato, ma avrebbe vinto anche da zitto

Geolier ha vinto la serata cover di Sanremo con un'ottima esibizione. Il vero problema? Avrebbe vinto anche stando zitto

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La serata cover, una delle più attese di ogni edizione di Sanremo, si è trasformata in una vera e propria bolgia. Polemiche, fischi, battaglie social, teorie del complotto. Il motivo è la vittoria di Geolier, giovane e talentuoso rapper napoletano che sembra poter ‘rompere’ il Festival grazie al sostegno di un’importante fanbase.

Polemiche comprensibili dal punto di vista del gusto strettamente personale, ma che non centrano il vero punto della situazione finendo per diventare uno sterile batti e ribatti tra chi si indigna e attacca e chi sostiene e difende.

Quello che nessuno vuole ammettere: Geolier ha fatto un’ottima esibizione

Le critiche a Geolier sono ingiustificate, soprattutto nella serata dei duetti. Ieri si è visto il vero Geolier sul palco, con un’attitudine e una performance decisamente on point, anche preferibile alle esibizioni con la canzone in gara.

Mentre tanti artisti sono stati eclissati dai loro ospiti e altri non hanno ricevuto un boost decisivo alla loro esibizione, la scelta nel duetto di Geolier è stata perfetta: Guè è uno dei rapper migliori della storia italiana con oltre 20 anni di carriera alle spalle e un successo straordinario in ambito nazionale; Luchè a Napoli è un’istituzione in ambito rap, con un importante passato underground; Gigi D’Alessio non ha bisogno di presentazioni, un cantante che come pochi è riuscito a conciliare il pop italiano e il neomelodico.

Le tre anime di Geolier: rapper nazionale, rapper napoletano, cantante in grado di unire le due sfere anche con sonorità che si discostano dal puro rap. Il fil rouge è la strada, quella da dov’è partito e quella che ha fatto per arrivare da Secondigliano a Sanremo.

Non è un caso che il medley sia stato chiamato proprio ‘strade’. “Brivido” (Guè e Marracash) è un brano fra i più iconici del rap italiano; “O’ primmo ammore” (Luchè e Ntò, Co’Sang) è una pietra miliare del rap napoletano; “Chiagne” (con Lazza ‘sostituito da Gigi D’Alessio) è uno dei brani preferiti dai fan di Geolier.

Geolier
Foto di Riccardo Antimiani / Ansa

Geolier e il complotto di Sanremo: contano i fischi o i numeri?

Geolier ha fatto un’ottima esibizione nella serata cover, ma è stata la migliore? No. A seconda dei gusti, ce ne sono state di superiori. Quella di Angelina Mango è stata universalmente apprezzata, ad esempio, lo stesso Geolier ha scherzato sul fatto che la madre gli abbia detto che avrebbe dovuto vincere la ragazza e non lui.

I fischi al disvelamento della classifica però, va sottolineato, sono fischi di disapprovazione verso la classifica stessa, non verso Geolier. E soprattutto, il pubblico dell’Ariston è un campione abbastanza ristretto e incapace di dare il polso dell’Italia intera.

Quello attuale, secondo i dati, è il Festival con il pubblico più giovane di sempre, all’Ariston chi compra il biglietto (abbastanza costoso per le tasche di un ragazzo) è gente di una certa età, con gusti musicali difficilmente associabili a quelli di un pubblico più giovane. Tradotto: probabilmente la metà della sala ha scoperto chi fosse Geolier alla prima serata di Sanremo.

Eppure parliamo di un rapper che ha dominato le classifiche 2023 con l’album “Il coraggio dei bambini” (doppio platino), album più ascoltato su Spotify. È stato inoltre il secondo artista più ascoltato sulla piattaforma dopo Sfera Ebbasta, con 3 singoli in top 10.

Successo che si riflette anche nei numeri di Sanremo 2024. Oltre 3 milioni di views sul profilo TikTok di Sanremo Rai dopo la prima esibizione. Il brano “I p’ me tu p’ te” ha superato il record di stream di “Cenere” di Lazza registrando oltre 2.129.805 di stream (dopo la prima esibizione). La testa della classifica non cambiava dallo scorso Sanremo.

Dopo la prima serata, gli ascolti delle altre canzoni sanremesi hanno visto al secondo posto Annalisa con la sua “Sinceramente” a 1,649,855. Terzo posto invece per Mahmood con “Tuta Gold” a 1,546,744 stream, quarto per Angelina Mango con “La Noia” a 1,528,918 stream.

Geolier è entrato al 47° posto della top 50 Mondiale di Spotify. Bob Sinclair, dj di fama mondiale, dopo l’ospitata all’Ariston di giovedì, ha dichiarato a proposito di Geolier: “il mio sogno è fare un pezzo con lui, è fantastico. Geolier è il numero 1, sono venuto a Sanremo per lui“.

Ecco, i fischi dell’Ariston hanno un peso decisamente minuscolo in confronto a tutto questo. Continuare a ignorare, o peggio a snobbare, il peso del rap nella scena musicale italiana contribuisce alla sorpresa, derivante dall’ignoranza, che porta al rifiuto e ai fischi.

Geolier
Foto di Riccardo Antimiani / Ansa

Il problema di Sanremo è la modalità del voto?

C’è chi sostiene che il problema di Sanremo siano i napoletani con i loro 5 cellulari nella “Tuta Gold” (sempre 5 voti a testa possono destinare, tanti quanti i fan di tutti gli altri cantanti con qualsiasi telefono). No. Il vero problema è la modalità di voto. Ieri Geolier ha vinto grazie al televoto che pesa il 34% del totale, il restante 66% è equamente diviso in 33% stampa e 33% giuria delle radio.

Questo vuol dire che: Geolier ha vinto anche, ma non soltanto, grazie al peso del televoto; che un eventuale ribaltone è possibile se stampa e radio dovessero propendere compatte verso un unico artista (Angelina Mango o Annalisa). In caso contrario, ovvero se ognuno dovesse esprimere la propria, libera, preferenza ed essa dovesse risultare frammentaria come probabilmente è stata fin qui, vincerà Geolier, anche grazie alla sua straordinaria fanbase. E non c’è niente di illegale in questo. Se Geolier ha un sostegno tale dei fan che potrebbe vincere anche stando zitto, il problema è a monte.

Nel 2019, quando Mahmood vinse da underdog, rapper, semi-sconosciuto contro il favoritissimo Ultimo che si sfogò contro i giornalisti, forte della propria fanbase, si ruppero i meccanismi: via la giuria di qualità, eliminata con la scure del populismo, per dare maggior peso al volere del pubblico da casa.

Lo stesso pubblico che oggi si lamenta del fatto che a vincere non sia la miglior canzone, quella che di norma sarebbe votata da una giuria di esperti in materia, ma quella del cantante più popolare.

Geolier
Foto di Riccardo Antimiani / Ansa
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