“Va considerato positivo”, Djokovic e il test antidoping rifiutato: cosa sta succedendo

Djokovic aveva chiesto di posticipare il test antidoping nella sfida contro Norrie in Coppa Davis: c'è chi non ci sta e chiede una sanzione

SportFair

Durante la recente sfida di Coppa Davis fra Serbia e Gran Bretagna, Novak Djokovic si era lamentato per un episodio particolare dichiarando: “è successa una cosa incredibile, in 20 anni e più di carriera non mi era mai accaduto“. Il riferimento era alla richiesta di un test antidoping al quale sottoporsi poco prima del match contro Norrie.

Richiesta declinata dal serbo e posticipata al termine dell’incontro (test effettuato regolarmente e risultato negativo, ndr) per non disturbare la routine pre gara del numero 1 al mondo. Una scelta che ha destato parecchie polemiche.

Le accuse: “va considerato positivo”

Marc Madiot, ex ciclista e attuale GM della squadra ciclistica Goupama-FDJ, ha puntato il dito contro il tennista serbo sostenendo che rifiutare un test e posticiparlo potrebbe dare il tempo al tennista di smaltire eventuali sostanze vietate e, conseguentemente, rendere non veritiero il risultato del controllo.

Se un ciclista si rifiuta di sottoporsi ad un controllo è automaticamente positivo, e se sei positivo vieni sanzionato. – spiega Madiot – Non hai il diritto di rifiutare un test. ci sono prodotti dopanti che possono essere rilevati in un tempo estremamente limitato. Se non si effettua un controllo prima dell’inizio della gara, il tempo stesso della competizione consente di eliminare tracce del prodotto dopante. Per questo sono stati introdotti i test prima delle gare.

C’è il diritto di fare il test antidoping sia prima che dopo una gara. Lui ha rifiutato il test prima della partita. Se l’organismo antidoping fa il suo lavoro, il signor Djokovic deve essere sospeso. Ha rifiutato un test prima della partita, lo ha fatto dopo. Nel ciclismo ti sottopongono al test e se rifiuti sei positivo. Se sei positivo sei sanzionato. Non hai il diritto di rifiutare il test, questo è il regolamento“.

Cosa dice il regolamento sui test antidoping nel tennis

Ciò che afferma Marc Madiot, seppur condivisibile nella forma, non è applicabile al tennis. Se è vero che nel ciclismo, ma anche nell’atletica, non ci si può rifiutare di sottoporsi a un test antidoping o anche solamente rinviarlo al termine della gara, nel tennis tutto ciò è consentito.

Il tempo in cui il campione per il test deve essere prodotto non deve essere immediato, ma va svolto “entro 60 minuti dalla fine dell’ultimo match, che si allungano a 120 se la partita è la finale del torneo“.

Un portavoce dell’ITIA (International Tennis Integrity Agency), l’ente che salvaguarda l’integrità del tennis professionistico in tutto il mondo, ha sottolineato che “una volta ricevuta la notifica i giocatori possono scegliere la tempistica del controllo, alcuni preferiscono farlo prima così sono più liberi dopo la partita ed evitano di restare sul posto troppo a lungo, altri successivamente“. Dunque Djokovic, a meno che da domani non intenda intraprendere la carriera da ciclista, non ha commesso alcun illecito.

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