“25 anni fa esatti Marchino mi mandava i fiori che prendeva sul podio, arrivavano qui. E poi arrivò lui, a fine Giro, in maglia rosa“. Mamma Tonina racconta suo figlio, Marco Pantani, a 25 anni esatti dal 7 giugno del 1998, la vittoria del suo ultimo Giro d’Italia. A Montecampione “Qualcosa che non si scorda, erano tutti per lui“, era la corsa che “sognava di vincere: era sempre stato la sua corsa, la gara che vedeva in tv, per cui andava pazzo” ricorda in un’intervista rilasciata a “La Repubblica”.
Oggi mamma Tonina non riesce ad andare a trovarlo al cimitero “non ce la faccio”, al contrario il marito continua ad andarci due volte al giorno. Ancora troppo forte il dolore, forse lo sarà per sempre, almeno fin quando la verità sulla morte del ‘Pirata’ non verrà fuori completamente.
La morte di Marco Pantani
“L’ultimo giorno di Marco eravamo in Grecia, in camper. – racconta mamma Tonina – Siamo sbarcati e c’era una bufera di neve col sole. A un certo punto ci è caduto tra i piedi un uccello morto congelato. Sento Manuela Ronchi, la sua manager di allora, che dice per telefono a mio marito ‘Paolo, Marco è morto’. Viaggiamo su strade gelate per riprendere il traghetto. Arrivati a Rimini, lei mi abbraccia e mi dice ‘ora apriamo una fondazione’. Ci siamo indebitati per farlo“.
Cosa resta oggi? La ferrea volontà di una madre nel dissipare le ombre oscure intorno alla morte del figlio: “ora bisogna andare a fondo. Ci stiamo provando con tutte le forze che abbiamo. Ci sono punti oscuri, persone che non sono mai state interrogate, responsabilità da chiarire. Noi non molliamo, non l’abbiamo fatto mai in questi vent’anni. Rimini è collegata a Madonna di Campiglio. Marco è morto due volte.
Dove girano i soldi c’è invidia. Marco era circondato di invidia e lui non cedeva ai compromessi. Era stato contro tutte le porcherie, era contro la droga e poi c’è caduto lui. Io ho il carattere di Marco, è da allora che cerchiamo di venirne a capo. Gli ho fatto la promessa di riuscirci e ho speso tutto in avvocati. Delusioni su delusioni, dicevo basta e poi ricominciavo. Non dirò più basta. Ricomincerò sempre, finché la verità non verrà fuori. Tutta“.