Giro d’Italia, 13ª tappa mutilata: cronaca di una giornata mortificante

Giornata surreale al Giro d'Italia: la 13ª tappa viene stravolta, l'inizio rimandato, ma le condizioni meteo non sono così catastrofiche

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Una giornata surreale quella di oggi, venerdì 19 maggio, in cui era calendarizzata la 13ª tappa del Giro d’Italia da Borgofranco d’Ivrea a Crans Montana. “Era”, perchè quello che è rimasto è una versione mutilata del percorso a cui, inizialmente, era stata tagliata la Cima Coppi del Giro 2023 (la salita più alta), il Colle del San Bernardo in questo caso, poi eliminata definitivamente.

Da 209 km si è passati a 74.6 km. Il motivo? Le avverse condizioni meteo previste (e non verificatesi) che hanno preoccupato i ciclisti, in particolare in discesa. Gli atleti hanno invocato il “Protocollo Weather Extreme“, quello per le avverse condizioni meteo. L’Associazione dei Corridori si è fatta portavoce della protesta chiedendo di fare il Gran San Bernardo e Crans Montana, ma non disputare il Croix Coeur e la discesa successiva ritenuta troppo pericolosa.

Mauro Vegni e l’organizzazione del Giro d’Italia hanno mediato con i ciclisti: tappa ridotta, eliminato il già mutilato Colle del San Bernardo, ma salvati Croix Coeuer e Crans Montana, seppur con una tappa totalmente stravolta e dedicata solo ai big di classifica. La situazione ha portato a un doppio rinvio fino alle ore 15:00 (lo start era previsto alle 11:00), quando la corsa è finalmente partita.

Il voto dei ciclisti

Adam Hansen (presidente della Cyclistes Professionnels Associés) su Twitter ha spiegato: “le condizioni meteorologiche vissute durante il Giro di quest’anno sono state molto intense. In relazione a questo e alla luce delle previsioni odierne, ieri sera i ciclisti hanno votato – in forma anonima, secondo regolamento – per invocare il protocollo per condizioni meteorologiche estreme e il 90% ha optato per il cambio di percorso. Se qualcuno non è d’accordo con la loro scelta, prendetevela con me. I corridori sono gli eroi di questo sport e credo che dovrebbero concentrarsi esclusivamente sulle loro corse piuttosto che essere soggetti a commenti negativi“.

La mediazione di Vegni

Mauro Vegni ha salvato il salvabile. “Chiaramente, guardando le condizioni che ci sono in giro, non sono delle più favorevoli. – ha dichiarato – Non è tanto la pioggia, quanto piuttosto quello che in qualche modo le discese possono comportare, il freddo alle mani. È una cosa difficile e una situazione particolare per questo Giro d’Italia quest’anno. Dobbiamo in qualche modo preservare i ciclisti per arrivare a Roma.

Oggi ci siamo sentiti di andare incontro alle loro richieste, mantenendo però il carattere sportivo completo perché faremo integralmente la Croix de Coeur e arriveremo in cima a Crans-Montana. I compromessi non sono mai facili, ma abbiamo pensato a salvare il Giro“.

Non ci sono più i ciclisti di una volta?“, gli è stato chiesto. La replica del direttore del Giro: “beh, cambia anche il ciclismo – le sue parole all’Adnkronos – e c’è anche da dire che quest’anno ci sono state diverse tappe corse sotto l’acqua, è comprensibile la stanchezza“.

Gianni Moscon: “per me si poteva correre”

Ieri sera si era cominciato a parlare di possibili cambiamenti – ha dichiarato Gianni Moscon (Astana Qazaqstan Team) ai microfoni di RaiSport – in mattinata si sono fatte delle ipotesi e dobbiamo dare atto agli organizzatori di aver pensato a noi corridori. Ma per me si poteva correre, non ce l’ha ordinato il dottore di fare i ciclisti professionisti. Se non ci piace, possiamo cambiare mestiere“.

Le proteste dei tifosi

Tanti i tifosi delusi. I ciclisti non passeranno da tantissimi percorsi nei quali già si erano assiepati appassionati provenienti da diverse parti d’Italia e anche qualcuno dall’estero, come spesso accade al passaggio dei ciclisti. Con una pioggerella leggera (a tratti, per altro) e 5-6°, le ‘avverse condizioni meteo’, che giustificherebbero la richiesta dei ciclisti e l’applicazione del protocollo, non si sono verificate. Il gruppo ha omaggiato Borgofranco d’Ivrea con una breve sfilata, poi il trasferimento in bus a La Chable (Svizzera).

Regione Valle D’Aosta: “penalizzati dalle modifiche”

Renzo Testolin, presidente della Regione Valle d’Aosta, e l’assessore al Turismo e Sport, Giulio Grosjacques hanno dichiarato: “abbiamo appreso con grande dispiacere e all’ultimo minuto della decisione riguardante la modifica della tappa del Giro d’Italia che di fatto non prevede il transito dei corridori nella nostra regione. Spiace soprattutto per i disagi causati alla nostra popolazione per la sospensione della circolazione in alcune importanti arterie viarie, richiesta dall’organizzazione del Giro per la sicurezza della corsa. La nostra regione risulta particolarmente penalizzata dalla modifica del programma di oggi, dopo mesi di lavoro preparatori. Speriamo che nei prossimi anni – concludono – la corsa possa passare nuovamente nella nostra regione in un contesto organizzativo che ne valorizzi il suo territorio e le sue bellezze naturalistiche”.

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