“La mano tremava e avevo l’occhio vitreo”, Zeman e Brambati a Le Iene sul doping nel calcio

Zeman e Brambati sul doping nel calcio: i commenti e le ammissioni al programma Le Iene. La puntata in onda domani su Italia 1

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Le morti di Mihajlovic e Vialli hanno fatto tornare alla ribalta un argomento importantissimo e serio, ovvero il doping nel calcio. Dopo le tragiche scomparse dei due ex calciatori in tanti hanno voluto esprimere il proprio pensieri ed il programma Mediaset Le Iene ha deciso di approfondire la questione.

Gli inviati hanno intercettato Zeman e Brambati, per chiedere loro un commento. L’ex allenatore della Roma è stato diretto e sincero, e ha risposto senza filtri a margine della presentazione della sua biografia “La bellezza non ha prezzo”, specificando anche che a suo avviso le morti di Mihajlovic e Vialli non sono legate al doping nel calcio.

Le parole di Zeman

E’ strano che certi calciatori si spaventino ora e non quando prendevano certe sostanze. Se posso escludere che i giocatori da me allenati abbiano preso farmaci a mia insaputa? Purtroppo non posso escluderlo perché non si riesce a controllare tutto. Però quando parlavo ai medici, io non davo certe indicazioni“, ha affermato Zeman. “Secondo me non è cambiato niente, purtroppo. Questi ragazzi che ci pensano ora ci potevano pensare 25 anni fa, chiedendo cosa stessero prendendo e perché. Oggi è tardi“.

L’ammissione di Brambati

Il programma Mediaset “Le Iene” ha intercettato anche Brambati:  “quando giocavo il Micoren era un farmaco che prendevo praticamente tutte le domeniche. Ti aumentava la capacità polmonare. Qualche anno dopo è risultato proibitissimo, doping… Era una pillola che ingoiavo mezz’ora prima della partita, nello spogliatoio, senza nasconderti. Te la dava il dottore e tu sapevi che la tua performance probabilmente sarebbe migliorata. I miei compagni e io non chiedevamo al dottore cosa ci stesse dando. Avevano 19-20 anni e non facevo neanche troppe domande. C’era differenza tra quando prendevo il Micoren e quando non lo prendevo. Ho spaventato anche mio padre una volta, dopo una partita. Quel giorno marcavo Maradona e dopo il match, quando sono andato al bar a bere una cosa con papà, non riuscivo a tenere in mano la tazza perché mi tremava la mano e tutto il liquido fuoriusciva. Avevo anche l’occhio abbastanza vitreo. Di Micoren ne ho prese tanti ed è per questo che sono molto preoccupato. Con Gianluca Vialli ho partecipato al Mondiale militare, quando vedi qualcuno con cui hai condiviso qualcosa morire, ti vengono in mente queste cose. Mi preoccupano anche tutte le flebo che ho fatto prima delle partite: io non so esattamente cosa ci potesse essere dentro, se non che mi dicevano che c’erano degli zuccheri o che c’era questa corteccia surrenale, bandita successivamente. Queste flebo le facevamo la sera prima della partita in albergo, o la mattina stessa della gara. E siccome ne ho fatte parecchie, sono sicuramente molto preoccupato. Queste flebo davano un effetto molto strano: ricordo che fino alle 5, alle 6 del mattino guardavo il soffitto perché non riuscivo a prendere sonno. Dalla Figc mi è stato un po’ consigliato di tacere. Mi mandarono anche una lettera, diffidandomi a parlarne ancora. Ma la pelle è mia e vorrei che qualcuno mi venisse a dire che non c’è nessuna correlazione tra quello che abbiamo preso e alcune malattie che si verificano spesso sui calciatori“.

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