Standing ovation per Mariaclotilde Adosini per una splendida lezione di fair play

La lezione di fair play di Mariaclotilde Adosini: vince il match in Coppa del Mondo, ma l'arbitro commette un errore. Decide di tornare in pedana nonostante il regolamento non lo preveda e perde la sfida 

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E’ andato in scena lo scorso weekend l’appuntamento di Coppa del Mondo U20 di spada femminile di Beauvais. Un evento finito sotto i riflettori per un gesto di fair play da applausi, che vede protagonista un’italiana.

Mariaclotilde ha dato una lezione speciale al mondo intero, meritandosi una standing ovation.

L’episodio

Mariaclotilde Adosini, classe 2005 della Polisportiva Scherma Bergamo, è una delle atlete italiane in gara. Ha disputato un buon girone, chiuso con cinque vittorie e una “sconfitta a 4”. È 12° nel tabellone d’eliminazione diretta, passa di diritto il primo turno e per entrare tra le migliori 32 incrocia Juliette Baudinot, portacolori della Francia. È un assalto equilibrato, combattuto, tirato punto a punto: Mariaclotilde lo vince 15-14, dopo averlo vissuto col fiato sospeso, liberando il suo urlo di gioia dopo la stoccata del successo.

Però, poi, a tabellone da 64 concluso, arriva la chiamata: “Adosini in direzione di torneo”. Cos’è successo? Semplice, c’è stato un errore umano, grave quanto si vuole ma che solo “chi non fa” non commetterà mai. L’arbitro, sul punteggio di 13-12 per la transalpina, aveva assegnato 2 stoccate a Mariaclotilde, e non una soltanto. Durante il match, combattutissimo, non se n’è accorto nessuno e quando l’atleta francese sconfitta l’ha fatto notare, e il video ha confermato l’errore, era ormai troppo tardi, almeno secondo regolamento. Eppure per il fair play può non esser mai troppo tardi.

Il direttore di torneo spiega ad Adosini: “L’assalto l’hai vinto. Da regolamento non si tornerebbe più indietro. Però, se tu volessi, potremmo tirare l’ultimo minuto del match, dal 13-12, cancellando l’errore dell’arbitro”.

Quel che accade a questo punto, a fine giornata lo racconta Mariaclotilde in prima persona: “la notizia mi ha colto di sorpresa, impreparata. E per un attimo tanti pensieri hanno affollato la mia testa. Ma ciò che per me più contava in quel momento, tanto da prevalere senza alcuna esitazione, era scegliere quale fosse l’azione moralmente giusta da fare. Nonostante potesse sembrare facile accettare la vittoria già proclamata, ho sentito che tornare in pedana, per ri-disputare quell’ultimo minuto, sarebbe stato più corretto nei confronti dell’avversaria, nel rispetto del nostro sport. Ho perso, pazienza. Lo rifarei ancora. Perché la natura di questa scelta è dovuta agli insegnamenti ricevuti dalla mia famiglia, dalla mia sala scherma e in particolare dal mio maestro Francesco – Ciccio – Calabrese”.

Mariaclotilde, dunque, accetta di tornare in pedana, per ripetere il finale d’un match già vinto, che però questa volta perde. L’avversaria l’abbraccia. Il pubblico la applaude. Prima delle finali la chiamano al centro del parterre principale, accanto all’icona dello sport francese Laura Flessel. In quel momento Mariaclotilde, un po’ imbarazzata, riceve omaggi, applausi e premiazioni per il suo importante gesto.

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