Lo sfogo di Martina, arbitro di pallavolo: “stanca di essere misurata e pesata come si fa con le vacche!”

La denuncia sconvolgente di Martina Scavelli, arbitro 35enne di pallavolo in Serie B: costretta alle dimissioni per il suo peso

SportFair

Nonostante i tentativi di sensibilizzazione, nel mondo intero, ma soprattutto in Italia, sembra che le discriminazioni legate al peso di una persona, non siano destinate a cessare.

Arriva dal mondo della pallavolo una testimonianza sconvolgente, che riguarda una donna arbitro, che ha deciso di dire addio al suo ruolo di giudice di campo proprio per un’ingiustizia vissuta, legata ai suoi centimetri in più.

La ragazza, Marta Scavelli, è arbitro di pallavolo a Catanzaro, in Serie B e ha deciso di raccontare la sua esperienza con un lungo sfogo sui social, annunciando di essersi dimessa dalla Federvolley perchè stanca.

Lo sfogo di Martina Scavelli

Cara Paola Egonu, tu sei nera, IO SONO GRASSA!  Non sopporto più di essere misurata e pesata come si fa con le vacche! Lo sport dovrebbe unire, anziché emarginare. E io non voglio più essere messa all’angolo per qualche centimetro o qualche chilo in più!“, ha esordito l’arbitro.

Le regole sono regole, io le ho accettate e le rispetto, ma non vuol dire che siano sacre e immutabili. Ho operato al servizio della Federazione dal 2007, con grande senso di responsabilità, devozione e disciplina; sono sempre stata consapevole dei regolamenti legati all’attività di arbitro e ho mantenuto un comportamento scrupolosamente osservante delle regole, anche in merito ai parametri antropometrici. Mi sono sempre autodenunciata nel momento in cui ho realizzato di superare i parametri imposti, mi sono sempre autosospesa. A oggi, però, non sono disposta ad accettare che una carriera fondata sui sacrifici e sul massimo rispetto possa essere “calpestata” da imposizioni del genere che non prevedono soglie di tolleranza“.

“Ho superato i valori previsti di Bmi e circonferenza addominale (nulla di eccessivo). Ho ricevuto una penalizzazione di 3 punti nell’ambito del punteggio “Dirigenti di Settore” e l’esonero dall’impiego fino al raggiungimento dei valori previsti. La penalizzazione mi porterà, a fine stagione, a passare dalla serie B al campionato regionale, facendo un enorme passo indietro.  I parametri sono fuori norma, certo, ma di poco, un poco che non scalfisce la qualità del mio servizio. Come se tre dita in più sul mio girovita potessero mettere a rischio una partita di pallavolo che, tra l’altro, non prevede che l’arbitro corra per il campo come succede nel calcio. La salute mentale, l’integrità di un individuo, la passione e il sacrificio di un essere umano valgono molto di più di qualche centimetro di troppo!“, ha aggiunto.

Ho deciso di dire basta, per me e per tutti i ‘GRASSI’. Basta a delle regole che non sempre vengono fatte valere erga omnes. Basta alle vedute ristrette. Basta a un sistema che non si interroga se quei chili in più nascano da problemi di salute o periodi particolari della propria vita. Basta a chi si basa sui numeri e sotterra le emozioni. Da oggi inizia la mia battaglia per superare la discriminazione imposta da certe norme. Aiutatemi a fare la sentire la mia voce perché non è solo la mia voce. Sono grassa, sì! Ma anche di contenuti, voglia di lottare e speranza“, ha concluso.

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