La stagione 2023 di Formula 1 è alle porte, manca solo qualche mese al via del nuovo Mondiale e intanto gli appassionati di quattro ruote vengono intrattenuti da interviste e dichiarazioni.
Lewis Hamilton è stato protagonista del podcast On Purpose, nel quale è tornato a parlare della sua infanzia, tra bullismo e razzismo.
“Ero già vittima di bullismo quando avevo sei anni. All’epoca, a scuola, ero uno dei pochi bambini di colore e i ragazzi più grandi, più forti e prepotenti mi prendevano in giro per la maggior parte del tempo. Quando frequenti un corso di storia e nella storia che ci stavano insegnando non c’erano immagini di persone di colore, mi chiedevo: “Dove sono le persone che assomigliano a me?”. Gli insegnanti mi dicevano: ‘Non sarai mai nessuno’. Ricordo che andavo dietro il cortile, in lacrime, e ripetevo a me stesso: ‘Non sarò nessuno’“, ha raccontato il pilota britannico.
“Il sistema era contro di me e nuotavo controcorrente. Ma sono grato per il mio passato, perché è quello che mi ha fatto diventare la persona che sono oggi. All’epoca non riuscivo a parlarne a casa con i miei genitori (il padre Anthony immigrò in Gran Bretagna dall’isola caraibica di Grenada; ndr). Non volevo che mio padre pensasse che non fossi forte”, ha aggiunto.
In un ‘altra intervista a Formula One magazine, poi, Hamilton ha parlato del suo rapporto con Max Verstappen, ammettendo di nutrire rispetto per lui. “Lo rispetto. È molto più giovane, quindi forse ha un problema con me. Ma non ne sono sicuro e in realtà presumo di no. Anche se non posso parlare per lui. Ha fatto tutto quello che doveva fare nel 2021, quindi perché dovrei avere un problema con lui?“, ha concluso.