Le Paralimpiadi di Tokyo hanno il loro simbolo: l’Equipe incorona la straordinaria Bebe Vio

Bebe Vio è stata scelta dall'Equipe come simbolo delle Paralimpiadi di Tokyo, la fiorettista italiana infatti è apparsa sulla copertina del magazine del quotidiano francese

SportFair

Un’investitura meritata, un riconoscimento prestigioso figlio dello straordinario percorso compiuto negli ultimi anni sia nella vita che nello sport. Bebe Vio è stata identificata dall’Equipe come l’atleta simbolo delle Paralimpiadi di Tokyo, che prenderanno il via il prossimo 24 agosto e si concluderanno il 5 settembre. Una scelta azzeccatissima quella del quotidiano francese, che ha piazzato in prima pagina la foto della fiorettista azzurra accompagnandola con un iconico titolo: “La forza e la fiamma“. In questo straordinaria copertina, Bebe Vio urla tutta la propria voglia di iniziare queste prestigioso Paralimpiadi, che la vedranno tra l’altro portabandiera per l’Italia durante la Cerimonia d’Apertura. Per quanto riguarda le gare invece, l’azzurra sarà in pedana il 28 agosto per la prova individuale e poi il 29 per quella a squadre.

L’adrenalina di Bebe Vio

Stuzzicata sulle emozioni che proverà durante la Cerimonia d’Apertura, Bebe Vio ha raccontato: “ho avuto delle fughe di notizie direttamente dal Giappone e mi dicono che sarà molto più bella quella paralimpica, quindi sono molto felice. A un certo punto ci avevano detto che avrebbero sfilato solo i portabandiera, però ho sempre sognato questo momento con tutta la mia squadra lì, siamo in sette del gruppo di fly2tokyo, quindi l’emozione più grande sarà comunque avere una parte di questa grande famiglia di art4sport con me, oltre agli allenatori, ai preparatori atletici, alle persone che hanno fatto parte di questo percorso. Avrei sofferto tantissimo a non sfilare con loro. Il pubblico è bello, però in quel momento sei talmente dentro la “maschera”, con la squadra, che l’importante per me era che ci fossero i miei compagni e il mio staff. Purtroppo non posso portare tanti miei amici stretti o persone importanti come il mio fisioterapista. Quando ci siamo salutati è stato un addio straziante, mi ha detto: ‘Bebe, guarda che se ti fai male io prendo un aereo e corro là, spacco tutto ed entro nel villaggio’. È che talmente in tanti hanno lavorato per questo momento che potrei tornare o felicissima o come la persona più triste e arrabbiata del mondo, vorrò eliminare quei giorni dal calendario o fare un calendario solo con quei giorni. È molto spaventosa questa cosa qua: bellissima, emozionantissima, ma devastante, l’ho capito anche sentendo i miei amici ai Giochi“.

Condividi