Tour de France, parla la donna che ha causato la maxi caduta nella 1ª tappa: “ho fatto una sciocchezza”

La donna che ha causato la maxi caduta durante la prima tappa del Tour de France ha ammesso di vergognarsi del gesto compiuto e di aver compreso l'errore

SportFair

Ha paura e teme per la propria incolumità la donna che, nel corso della prima tappa del Tour de France, ha causato la caduta di decine di ciclisti obbligandone alcuni al ritiro. La gendarmeria francese l’ha cercata per giorni prima che fosse lei a presentarsi davanti ai gendarmi di Landerneau per assumersi le proprie responsabilità. “Ho fatto una sciocchezza. Mi vergogno” le sue prime parole davanti al colonnello Nicolas Duvinage, che ha raccolto per primo la sua testimonianza. A metterla sotto i riflettori quel cartello di cartone con su scritto ‘Allez Opi-Omi‘ (Forza nonno e nonna), che ha causato la caduta di Tony Martin e decine di altri corridori. Una situazione che ha spinto la polizia ad accusarla per “la messa in pericolo di terzi mancando volontariamente agli obblighi di prudenza e sicurezza, procurando involontariamente ferite con prognosi non superiore a tre mesi“. Il rischio adesso è la prigione fino a due anni, ma l’inchiesta non è chiusa.

Foto di Anne-Christine Poujoulat / POOL / Ansa

Denuncia ritirata

Il Tour de France ha deciso di ritirare la denuncia presentata contro la donna, ma la gendarmeria continua a lavorare per valutare le sue esatte responsabilità. Il colonnello Nicolas Duvinage ha chiesto di abbassare la pressione, sottolineando come la questione abbia preso una piega negativa: “calma, bisogna mantenere la testa fredda su questo affare. L’ultima cosa che bisogna fare è procedere a un linciaggio mediatico, o sui social“. Chi non riesce a mandare giù quanto accaduto è invece Marc Soler, corridore della Movistar caduto per colpa della donna e infortunatosi gravemente alle braccia, riportando fratture su entrambi gli arti superiori. In un articolo scritto per ‘La Vanguardia‘, lo spagnolo ha scritto: “sto pensando di denunciarla, provo molta rabbia. Tutto quello che ho fatto per preparare il Tour è finito nella spazzatura, a quella persona evidentemente il ciclismo non piace. Il nostro sindacato in teoria dovrebbe difenderci, ma lavora poco in tal senso. E l’Uci si preoccupa solo di regole stupide come quella delle borracce“.

Foto di Anne-Christine Poujoulat / POOL / Ansa
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