Il Qatar si piega, sì ai bikini per le atlete del beach volley: ma è la vittoria dei soldi, non dei diritti civili

Il Qatar ha eliminato la norma che obbligava le atlete di beach volley a giocare con maglia e leggings, ma è stata una decisione esclusivamente economica

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E’ diventato un caso spinoso, che ha rischiato di far saltare la tappa di Doha del Beach Volleyball World Tour, in programma dall’8 al 12 marzo.

Foto di Antonio Lacerda / Ansa

A scatenare quello che è stato definito a tutti gli effetti un ‘BikiniGate‘ è stata la coppia tedesca formata da Karla Borger e Julia Sude, le quali hanno minacciato il boicottaggio del torneo se non fosse stata eliminata la norma di giocare con maglietta e leggings fino al ginocchio. Un dress code imposto dalla famiglia reale Al Thani, secondo la quale sarebbe stato un sacrilegio ospitare donne in costume da bagno, seppur per un torneo di beach volley.

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Dietrofront

Foto di Antonio Lacerda / Ansa

E’ bastato però che le tedesche minacciassero la propria assenza, seguite poi da altre colleghe di altre parti del mondo, affinché la Qatar Volleyball Association cambiasse idea, permettendo alle atlete di indossare i soliti bikini per il torneo in programma a Doha dall’8 al 12 marzo. A confermarlo una nota aggiunta dalla QVB a margine del regolamento della FIVB: “la Qatar Volleyball Association ha confermato che non ci saranno restrizioni per le giocatrici, qualora intendessero indossare la tenuta standard durante la competizione“.

Marta Menegatti
Foto di Toms Kalnins / Ansa

Una decisione accolta con favore anche da Marta Menegatti, azzurra che parteciperà alla  Katara Cup, in programma sulla sabbia del Golfo dall’8 al 12 marzo. “non possono obbligare chi non ha le loro stesse convinzioni a vestirsi secondo certi precetti. Anche perché in Qatar ci saranno trenta gradi: non è una questione estetica, è proprio un problema pratico” le parole della giocatrice azzurra. “Io in Norvegia ho giocato con pantaloni e maglia termica, per dire, perché c’era freddo. Coprirsi a trenta gradi ci mette in difficoltà, devo ammettere che quando ho saputo che avevano ripristinato le regole a cui siamo abituate, ho tirato un sospiro di sollievo. Ci saremmo adattate, io e la mia compagna Viktoria Orsi Toth. Ma così è meglio. L’importante è che si cominci, non vedo l’ora di salire su quell’aereo, dopo un anno così pesante“.

Non è una vittoria

Foto di Antonio Lacerda / Ansa

Sarebbe molto bello pensare che la retromarcia del Qatar sul ‘BikiniGate‘ fosse una vittoria dei diritti civili, ma non è affatto così. Il motivo di questo dietrofront è solamente economico, perché mai la famiglia reale Al Thani avrebbe rinunciato al denaro generato dalla competizione. Il boicottaggio delle tedesche e delle loro colleghe europee avrebbe fatto perdere appeal alla Katara Cup femminile, al primo appuntamento a Doha, al contrario di quella maschile già organizzata gli anni passati. Spaventati di dover far svolgere il torneo con sole atlete del posto, il Qatar ha fatto retromarcia, per non perdere l’indotto economico generato dal torneo. Niente attacco di tolleranza dunque per gli organizzatori del torneo di Doha, ma solo la presa di coscienza che, obbligando le atlete a giocare con maglia e leggings, non avrebbero annoverato coppie europee nella propria tappa del Beach Volleyball World Tour. 

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