Dal sushi in Giappone al match con McIntyre, Goldberg lancia la sfida e infiamma la Royal Rumble

In vista della Royal Rumble, in programma nella notte italiana fra domenica 31 e lunedì 1 febbraio, Goldberg ha infiammato l'evento con le sue parole

SportFair

Goldberg è tornato: l’ex WWE World Heavyweight Champion e due volte Universal Champion è pronto a sfidare l’attuale WWE Champion Drew McIntyre per il titolo alla Royal Rumble, prevista per la notte italiana fra domenica 31 e lunedì 1° febbraio, in onda sul WWE Network.  E, a pochi giorni dall’inedito match, uno degli eventi più importanti della Rumble (insieme alle due ‘risse reali’) Goldberg ha ribadito la sfida al suo avversario.

L’Intervista

Hai visto Drew McIntyre con il WWE Championship lo scorso anno? Che ne pensi del suo lavoro?
“Non ho visto tutto ma sono stato attento. Devo sapere se durante la mia assenza il prodotto è rappresentato dalle persone giuste. Sono un fan di Drew e apprezzo ciò che ha fatto. Apprezzo il suo lungo percorso per arrivare al successo. Ma mi chiedo se sia pronto… Non lo sapremo finché non sarà sul ring con me”.

Possiamo aspettarci sorprese nella tua strategia contro Drew?

“Non penso ci saranno sorprese, bisogna sapere quali sono i punti di forza di Drew, entrare nelle sue debolezze e distruggerlo”.

Le superstar della WWE sono arrivate nel ring da una varietà di sport diversi: football professionistico, arti marziali miste, powerlifting olimpico, rugby e altro ancora. Credi che ci sia un vantaggio derivante dallo sport competitivo?

“Assolutamente sì. Non c’è dubbio che ti dia un vantaggio. Che sia al microfono o all’esecuzione pratica del tuo mestiere, il tuo nuovo lavoro. Hai ovviamente un vantaggio fisico a seconda di dove vieni. In caso contrario, non saresti stato etichettato come “atleta professionista”. Non puoi fingere di essere un atleta professionista. Non funziona così. Ti viene sempre chiesto di eseguire un lavoro e se non lo fai non vai bene. Impari anche come trattare i media. Hai la capacità di affrontare qualsiasi situazione. Giocando nella NFL eri in diretta tv. Hai un vantaggio, non ci sono dubbi. Chiunque mi dica diversamente è un deficiente”.

Qualche star dello sport che ha le qualità per diventare una WWE Superstar?

“Sai che ce ne sono molti là fuori che penso che potrebbero farlo. Lo vogliono? Penso che i giocatori professionisti di football [americano] siano l’esempio numero uno di talenti per il cambiamento. Lo dico non da ex giocatore di football professionista, ma lo dico da realista. Conoscere quello che stanno passando, conoscere la loro etica del lavoro, conoscere la loro attenzione ai dettagli, il loro buon senso con le PR. Anche nel rugby funziona così”.

Hai anche avuto successo nel cinema e in televisione, con molti che citano The Longest Yard come un punto focale della tua carriera. Possiamo aspettarci più ruoli cinematografici in futuro?

Mi piace sempre dire alle persone che sono un concorrente, non un artista. Non ho mai aspirato a diventare una star televisiva o cinematografica, niente del genere. Non è assolutamente nei miei piani. Mi fa piacere. Sono stato in “The Goldberg’s”, in “NCIS” e abbiamo una nuova fiction in fase di sviluppo proprio ora. Una serie d’azione. Poi c’è un salone dell’auto… Fare serie come un “A-Team” ed esserne il protagonista? Questo è proprio il massimo. Fare una serie automobilistica e correre in tutto il paese. Questo è quello che amo fare. Aspiro ad essere quel ragazzo in TV? Affatto. Per quanto riguarda il fare qualcosa che è molto lontano dalla mia normale vita quotidiana… non lo prevedo nel il mio futuro”.

Stone Cold Steve Austin ha recentemente dichiarato di essere stato scambiato più volte per te negli aeroporti dalla gente che lo chiamava “Goldberg”. Ti è mai successo di essere stato confuso per “Stone Cold”?

“Beh, in primo luogo dovrebbe essere lusingato perché sono molto più bello di lui. Questo ci ha fatto arrabbiare e ne abbiamo discusso perché siamo sempre stati ottimi amici. L’ho sempre presa sul personale e mi ha fatto impazzire perché Steve Austin è, tipo, 250 libbre e io ero come 285 libbre/290 libbre. Quindi ho pensato che se pensavano che fossi Steve, allora pensavano che fossi piccolo… L’ho preso come un errore. Non perché pensassero che fossi Steve Austin il fantastico wrestler, ma perché ero piccolo. Ora però penso che sia divertente e in realtà ci sentiamo e ci raccontiamo l’accaduto quando veniamo scambiati”.

Austin contro Goldberg è considerato da molti il più grande Dream Match che non si sia mai visto. Avresti voluto farlo tornando indietro nel tempo?

“Non ci sarebbe stato nessun match che avrei voluto più di quello. Era solo un problema di tempi e dell’infortunio di Steve. Io lo adoro, è un ragazzo fantastico e sarebbe stato un onore condividere il ring con lui”.

Hai girato il mondo, quali sono i posti che hai amato di più e perché?

“Ho fatto un viaggio a Glasgow (Scozia) ed è stato assolutamente uno dei posti più belli in cui abbia mai messo piede. L’Arabia Saudita è stata fantastica. Era completamente diversa dall’impressione iniziale che potevo avere. Adoro Australia e Giappone. Quando giocavo a football sono andato in Germania e a Barcellona (Spagna), così come a Londra. Ma la cosa che mi manca più di tutte è il sushi in Giappone”.

Ci sono talenti più giovani che pensi che diventeranno enormi star in futuro?

“Drew McIntyre, Ricochet, Keith Lee… e poi sono sempre stato un grande fan di Finn Balor. Saranno questi quattro gli uomini del futuro, non ho dubbi al riguardo”.

Se dovessi diventare campione domenica, chi vorresti veder vincere la Rumble e sfidarti a WrestleMania?

“Questa è una domanda interessante, ma non ci penso. Devo prima passare attraverso Drew. È l’unico mio pensiero, non guardo oltre. Si merita il rispetto di uno come me, spero di poterlo battere. Poi sarà meraviglioso sfidare il vincitore della Rumble a WrestleMania, ma prima devo prendere Drew a calci nel sedere”.

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