Il premier si dimette, ma Renzi è in Arabia Saudita per guadagnare… 80mila dollari: il retroscena

Matteo Renzi era in Arabia Saudita per partecipare a una conferenza organizzata dal FII Institute, ente di cui fa parte e con il quale guadagna 80mila dollari l'anno

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Le dimissioni del premier Giuseppe Conte, rassegnate nella giornata di ieri al Presidente della Repubblica, hanno di fatto acuito la crisi di Governo aperta qualche giorno fa da Matteo Renzi.

Quest’ultimo però è rimasto spiazzato dalla scelta dell’ormai ex Presidente del Consiglio, al punto di aver lasciato l’Italia per una conferenza in Arabia Saudita. Il leader di Italia Viva è dovuto tornare in fretta e furia a Roma per le consultazioni, lasciando così la città di Riyad dove avrebbe dovuto partecipare ad un convegno il 28 gennaio.

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Il cachet di Renzi

Renzi
Franco Origlia/Getty Images

Secondo quanto riferito dal quotidiano ‘Domani’, Matteo Renzi si trovava in Arabia Saudita per una conferenza sull’innovazione, organizzata da FII Institute, organismo che organizza l’evento. Il leader di Italia Viva sarebbe entrato nell’advisory board di questo ente, posizione che gli garantirebbe circa 80mila dollari all’anno nel caso in cui partecipasse a tutti i board. La presenza di Renzi in Arabia è stata confermata in una nota del suo staff: “Matteo Renzi non era a Ryad ‘per una conferenza da 50mila euro’ ma per un evento internazionale cui partecipano da anni molti esponenti del mondo della finanza, dell’innovazione, della politica mondiale, organizzato dal Fondo PIF”.

L’intervento di Renzi

Matteo Renzi avrebbe dovuto parlare il 28 gennaio dalle 8:30 alle 8:50, ma le consultazioni lo hanno richiamato a Roma. Il leader di Italia Viva terrà comunque il suo intervento da remoto, parlando nel corso di una conferenza dal titolo ‘Ridefinire la leadership per l’era post-Covid: come inspirare un rinascimento economico nel 21esimo secolo’. Seguendo il sito del FII Institute, oltre a Renzi ci saranno altri speaker come Anand Mahindra, Jean Todt, il Ceo di Goldman Sachs David M. Solomon e Jean-Bernard Lévy.

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