Dietro la corazza una forte fragilità, Nick Kyrgios si mette a nudo e svela problemi di… depressione

Il tennista australiano ha svelato di aver sofferto in passato di problemi di depressione, sottolineando di averli adesso superati

SportFair

La fama di bad boy lo precede, ma Nick Kyrgios ha rivelato come dietro quella corazza ci sia un uomo fragile e molto emotivo. Difficile a credersi, considerando quante ne ha combinate in campo l’australiano, eppure ai microfoni del The Telegraph è venuta fuori tutta l’intimità di Kyrgios, arrivato a rivelare di aver sofferto addirittura di depressione.

Nick Kyrgios
Foto Getty / Kelly Defina

Parole forti e delicate, che l’australiano ha voluto esprimere per far capire cosa si nasconda dietro quel suo carattere burbero: “sono caduto in depressione a causa delle cose che pensavo di dover essere. Non volevo parlare con gli altri per paura di averli delusi per il fatto che non vincevo. C’erano momenti in cui ero veramente molto giù. Mi ricordo una giorno a Shanghai mi sono svegliato alle 4 del pomeriggio, le tende erano ancora chiuse, non volevo che la luce entrasse, pensavo che nessuno mi volesse conoscere veramente come persona, pensavo che volessero semplicemente controllarmi come giocatore e usarmi. Non mi fidavo più di nessuno. È stato un momento buio e solitario. Avevo perso la voglia di giocare, stavo perdendo il controllo“.

kyrgios
Hannah Peters – foto Getty

L’australiano poi ha proseguito nel racconto: “ci sono giocatori che vivono e respirano tennis e va bene. Non dico che è giusto o sbagliato. Ma quando dicono ‘non gliene importa abbastanza’ o ‘non è un campione’… ho raggiunto un livello di libertà nella mia vita per cui non mi interessa ciò che pensano di me. Non credo che molti si rendano conto di che sport solitario sia il tennis. Sul campo sei da solo, non puoi parlare con nessuno, ti devi arrangiare da solo. È una cosa contro cui ho dovuto combattere. Sono sempre stato un giocatore emotivo, quando ero piccolo se perdevo piangevo o rompevo una racchetta. Mostro più di altri le mie emozioni. Ma rompere una racchetta non è una cosa così terribile“.

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