L’Italia si è trovata a dover far fronte a una seconda ondata di Coronavirus, come molti avevano preventivato durante l’estate. Gli ospedali sono tornati a riempirsi con l’aumento dei contagi, ma la situazione non è drammatica come a marzo e ad aprile.
Lo ha sottolineato il ministro Boccia, in audizione innanzi alla Commissione parlamentare per le questioni regionali sui rapporti tra lo Stato e le regioni dopo le ultime evoluzioni dell’emergenza Coronavirus: “i due parametri di posti occupati in area medica e in terapia intensiva non sono l’allarme rosso di marzo-aprile-maggio. L’allarme è diventato la trincea fuori dagli ospedali, che in molti casi è stata travolta dal numero dei contagiati: le reti sanitarie esterne, la pressione sui pronti soccorso e su alcune aree metropolitane. Un lockdown generale? Oggi non è più riproponibile perché a marzo-aprile non c’era nulla: non c’erano le mascherine, i ventilatori per adeguare le terapie intensive, nulla nel mondo. Adesso invece possiamo combattere il virus con numerosi mezzi a disposizione”.