Primo in classifica con quattro vittorie su quattro partite disputate, nove gol segnati e uno solo subito, quello di Lukaku nel derby. Per spiegare la crescita esponenziale del Milan bisognerebbe partire da questi numeri. Chiari e precisi.
![Pioli](https://mito-obj01.vhostingcloud.com/prod-sportfair/2020/10/Calhanoglu-350x244.jpg)
Fondamentali per capire l’impatto su questo campionato della squadra di Stefano Pioli, artefice di un vero e proprio miracolo sportivo. C’è infatti un Milan pre-lockdown e un Milan post-lockdown, formazioni uguali ma fame e risultati diversi. Dalla ripresa del campionato 2019/2020 fino al derby di ieri contro l’Inter, Ibrahimovic e compagni hanno inanellato un filotto di 20 risultati utili consecutivi: 16 vittorie e 4 pareggi ottenuti con Juventus Spal, Napoli e Atalanta. Una media di 2,6 punti a partita, condita da 51 gol fatti e solo 18 subiti utili a porre i rossoneri una spanna sopra tutti. In questa stagione poi, considerando anche l’Europa League, diventano 7 su 7 le vittorie del Milan (considerando quella ai rigori contro il Rio Ave), con 16 reti segnate e 5 incassate.
Oltre che di Pioli, il merito è anche di quel diavolo di Zlatan Ibrahimovic, riuscito a cambiare completamente volto ai rossoneri. Sedici i sigilli del totem svedese dal 6 gennaio 2020, prima partita giocata dopo il suo ritorno in Italia. Trentuno in tutto le gare disputate dal Milan in questo arco temporale. Il risultato? 23 vittorie, 8 pareggi e 2 sconfitte con una media di 2.31 punti a gara. Settantuno inoltre i gol fatti in 32 gare giocate da quel 6 gennaio: oltre due di media a gara. Numeri pazzeschi che dimostrano l’impatto di Ibrahimovic su questo Milan, diventato una vera e propria macchina da guerra che non smette di stupire.