Pantani, 21 anni fa l’esclusione dal Giro d’Italia per doping. La rivelazione del biologo Corsi: “quell’esame era viziato”

A 21 anni di distanza dall'esclusione di Marco Pantani dal Giro d'Italia, poichè giudicato dopato, una tesi presente nel libro del biologo Dario Corsi prova ad assolvere il 'Pirata'

SportFair

…Credo che c’è qualcosa, sicuramente, di strano…“, un titolo più che azzeccato, quello del libro del biologo Dario Corsi che prova a smontare la tesi che 21 anni fa portò all’esclusione di Marco Pantani dal Giro d’Italia. Con la maglia rosa sulle spalle e praticamente le mani sulla vittoria finale della Corsa Rosa, il ‘Pirata’ fu escluso a causa di una strana positività al doping, dovuta a livelli di ematocrito troppo alti. In un periodo in cui il ciclismo era tutt’altro che pulito, Marco Pantani passò da eroe a ultimo dei bari. Una condanna ingiustificata che segnò l’inizio del percorso che lo portò verso una trafica fine.

Intervistato da ‘Il Resto del Carlino’, Dario Corsi ha spiegato la sua versione dei fatti dal punto di vista tecnico-sicentifico: “Pantani ha vinto la tappa il giorno prima, arriva in maglia rosa a Madonna di Campiglio e gli viene misurato l’ematocrito, che risulta al 53%, superiore al limite di 50. Sulla base di questo risultato, viene escluso dal Giro. Ecco, io dico che questo esame è stato viziato“.

Ci sono stati errori di taratura dello strumento che misurava l’ematocrito, peraltro uno strumento non abbastanza preciso per determinare il valore esatto. Era una macchina trasportabile, chiamata ‘Entry level’, non di alto livello insomma. Aveva limiti di precisione, accuratezza e linearità: non era così performante per evidenziare con esattezza il 50% di ematocrito piuttosto che il 52%. Quanto alla taratura, vi spiego il meccanismo: quella macchina viene prima calibrata con il calibration kit, poi si controlla la calibrazione con il control kit. Nel foglio firmato da Pantani, i commissari Uci hanno dichiarato di aver calibrato la macchina con 5 misurazioni usando il control kit. Invece la calibrazione va fatta con 10 misurazioni del calibration kit. Una macchina calibrata male può funzionare male.

Non entro nella discussione se fosse dopato o no. Io posso dire che quell’analisi era viziata in modo grave. I vertici del ciclismo sapevano e non hanno fatto niente. Ho parlato con i responsabili del Cio. Poi ho depositato tutto da un notaio.

Negli ospedali, una macchina può essere tarata al 37% di ematocrito, definito ‘normal’. Quando analizza il sangue di un atleta che ha 50% o 49%, può leggere molto di più, anche 56%, persino 60% se la macchina non è tarata bene. Ma su questo possiamo fare solo ipotesi. Una cosa, invece, è certa: un atleta si può definire dopato solo quando viene identificato un valore certo. E per Pantani questo non è mai successo“.

Condividi