Coronavirus, la toccante lettera di Danilo Gallinari: “il mese che ha cambiato l’Italia per sempre”

Danilo Gallinari sapeva bene cosa aspettarsi dal Coronavirus, i suoi compagni della NBA invece sembravano impreparati alla pandemia

SportFair

Danilo Gallinari in questo periodo storico caratterizzato dal Coronavirus, è stato visto nel mondo NBA con occhi un po’ diversi. Prima che gli USA si accorgessero della pericolosità della pandemia infatti, lui aveva già lanciato l’allarme all’interno del mondo del basket, ferito da quanto stava accadendo in Italia e più precisamente nella sua Lombardia. Adesso ha deciso di scrivere una lettera alla sua Italia, commossa e sentita, dal titolo: “Il Mese che Cambiato Italia per Sempre”.

Danilo sapeva a cosa gli USA andavano incontro, ma forse non è stato abbastanza ascoltato dai vertici della NBA che hanno proseguito con le partite sino alla positività di Gobert. Attraverso una lettera pubblicata su The Players’ Tribune, Gallinari ha voluto far sapere a tutti come sono andate le cose in quei giorni concitati: “Sapevo che in Italia non si giocava già da tempo a causa del coronavirus, ho pensato subito che fosse successo anche qui in America. Non ci sono state date notizie per molto tempo e i miei compagni, a differenza mia, non immaginavano l’impatto che il virus potesse avere. A quel punto ho preso la parola: “Ragazzi, secondo me tutto questo ha a che fare con il contagio”. Da lì in poi tutti hanno iniziato a farmi domande, mi sono trovato in mezzo allo spogliatoio a dare spiegazioni, ma nessuno in quel momento era preoccupato. Adesso invece il virus lo conoscono tutti”.

Danilo ha poi proseguito, parlando anche di ciò che sta accadendo in Italia: “È da circa un mese che ogni volta che squilla il mio telefono e vedo una chiamata dall’Italia mi preparo a ricevere brutte notizie. E ultimamente mi squilla parecchio. Potrei raccontare tante storie triste, cose che non avrei mai immaginato e che stanno accadendo ai miei amici e a persone che conosco. Mi fa strano dirlo, ma io sono fortunato perché i componenti della mia famiglia stanno tutti bene. Sono preoccupato per mia madre, da sola in quarantena in Italia, con mio padre e mio fratello bloccati a Denver. Ma lei non ha problemi, vive in una casa grande e ha tutto lo spazio necessario. Penso invece a chi si sente recluso nella propria abitazione, a chi fa fatica a vivere in un ambiente sano. Alla sofferenza che ormai si vede dappertutto”.

Il Gallo ha raccontato anche della morte di alcune persone di sua conoscenza, decedute in solitudine, senza la vicinanza dei cari: “Potrei raccontarvi tante storie tristi. Cose che non avrei mai immaginato di sentire. Qualche settimana fa mi è squillato il telefono e ho visto che si trattava del mio migliore amico dall’Italia. Mi ha raccontato che sua nonna, una signora che conoscevo bene, era mancata per via del virus. Aveva 80 anni ma prima che scoppiasse la pandemia era in ottima salute. Poi all’improvviso ha contratto il virus, e dopo è stata ricoverata. E ovviamente da quel momento in poi la famiglia non ha più potuto visitarla. In Italia in questo momento non puoi andare a trovare i pazienti in ospedale. Non ti fanno entrare per evitare che la situazione peggiori. Sicuramente queste misure hanno senso e si capisce perché lo fanno. Ma allo stesso tempo è molto dura per le famiglie che vedono i propri cari ammalarsi. Ti spezza il cuore. Quando è morta la nonna del mio amico la famiglia non ha neanche potuto farle visita un’ultima volta. Gli ospedali in Italia trasportano le vittime in un posto isolato per la sepoltura. Ma siccome non vogliono che le persone si avvicinino troppo ai propri cari, non gli viene neanche comunicata la destinazione dei feretri. Riuscite a immaginare quanto può essere difficile? Qualcuno che conoscevi e amavi da tutta la vita se ne va così. Per sempre. Ed è una situazione che stanno vivendo tante famiglie in tutta Italia. Se hai un genitore o un caro che viene colpito dal virus e finisce in ospedale, c’è la possibilità concreta che non lo si possa mai più vedere“.

Chris Paul
Foto Getty / Ezra Shaw

Il Gallo si tiene in contatto costante con l’Italia attraverso i tanti mezzi che offre la tecnologia: “Oltre a restare in contatto con parenti e amici, una delle cose che mi ha aiutato a gestire questo periodo, sono state le nostre chat di gruppo con i compagni di squadra e le chiamate su FaceTime. Il solo fatto di poter vedere le facce dei miei compagni e chiedergli come stanno le famiglie, e la possibilità di sostenerci a vicenda è davvero bello, ne avevamo proprio bisogno. Le videochiamate assomigliano molto alle nostre partite. Perché CP non è solo il nostro leader in campo. Prende l’iniziativa anche durante le conversazioni su FaceTime. È lui a decidere di cosa parlare e la conversazione scorre. Oltre a quello, CP e io parliamo quasi tutti i giorni. È una persona fantastica. Davvero. Già quando la situazione stava peggiorando in Italia mi disse che avrebbe voluto aiutare la mia regione e gli ospedali locali. Ha fatto tante cose per dare il suo contributo e aiutare. Non so come ringraziarlo. Ciò che so per certo è che l’Italia ha un grande amico in Chris Paul. È davvero speciale”.

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