Morte Kobe Bryant – La lettera commovente di Lamar Odom: “se Dio avesse preso me al tuo posto sarei stato felice”

Lamar Odom pubblica un sentito post social in onore di Kobe Bryant: le parole dell’ex compagno sono dolci e commoventi

SportFair

Per il mondo NBA sono giorni difficili. La morte di Kobe Bryant ha segnato profondamente le vite di fan, colleghi e anche ex compagni di squadra nei quali il ‘Black Mamba’ ha lasciato un ricordo indelebile.

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AP/LaPresse

Tantissimi i messaggi in omaggio alla sua memoria pubblicati sui social, fra i quali spicca quello di Lamar Odom che riportiamo di seguito: “queste foto (postate da LaMar Odom su Instagram in allegato al post, ndr) sono solo la punta dell’iceberg della nostra relazione. Mi ha insegnato molte cose nella vita utili sia dentro che fuori dal campo. In campo mi ha insegnato a tagliare fuori le difese e come prendermi i miei tempi. Come far diventare la vittoria il mio principale obiettivo. Fuori dal campo mi ha insegnato a firmare i miei assegni lol. Di certo chi conosce la mia storia saprà che ho sofferto molte perdite, ma la sola perdita che posso paragonare a questa è stata quella di mio figlio. Anche se il nostro rapporto non era padre-figlio era come se lui fosse il mio insegnante e io che ero suo fratello. Sono contento di essere stato lo ying al tuo yang, come sapeva il resto dello spogliatoio. E’ stato un piacere. Non riuscivo nemmeno a respirare oggi, quando ho saputo della notizia. Sapevo semplicemente che se fosse stato coinvolto nello schianto di un elicottero, sarebbe stato l’unico a sopravvivere. In qualche modo sarebbe saltato giù e sarebbe caduto in piedi. Sono seduto qui pensando a quando iniziavamo le nostre partitelle in allenamento e tu tiravi una gomitata nel petto a Sasha Vujacic durante la palla a due. Cioè dai, sono le 10.30 di mattina. Se pensate che guardarlo giocare fosse pazzesco, pensate che segnare 8-9 punti nell’intero allenamento contro di lui voleva dire aver fatto una grande performance. L’ho visto segnare 13-14 canestri consecutivi in allenamento! Ora sto spettando che i media dicano che si sono sbagliati. Non può essere che Dio abbia portato via mio fratello così presto. So che ho attraversato le mie cose nella vita con la droga e mi sono comportato male con me stesso. Quando sono finito in coma, se Dio fosse venuto da me e mi avesse detto che avrebbe preso me al posto di Kobe, avrei preferito così. In onore di mio fratello mi sveglierò alle 4 di mattina e andrò in palestra! Ti voglio bene fratello”.

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