Tredici chemioterapie in cinque giorni e gli attacchi di panico, Mihajlovic si racconta: “volevo spaccare la finestra, stavo impazzendo”

Sinisa Mihajlovic si racconta a Verissimo: le rivelazioni del tecnico serbo del Bologna sulla sua lotta contro la leucemia

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Un guerriero, un vero lottatore, Sinisa Mihajlovic è entrato nel cuore di tutti, non solo appassionati di calcio, dopo la scoperta della leucemia. Con tenacia e coraggio il tecnico serbo ha affrontato le sue cure, senza mai abbandonare i suoi giocatori del Bologna.

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Foto Massimo Paolone/LaPresse

Nella puntata di domani di Verissimo, Mihajlovic si racconterà a Silvia Toffanin, aggiornando tutti i fan sulla sua malattia: “per adesso la sto vincendo, anche se devo fare attenzione. Sta andando tutto bene, non sto più prendendo il cortisone e questo è importante. Sono passati 78 giorni dal trapianto di midollo osseo e i primi 100 giorni sono i più critici. Poi dopo è tutto in discesa, bisogna avere pazienza ancora per una ventina di giorni ma superarli bene sarebbe già un bel traguardo. Sono molto contento, non ci sono state complicazioni gravi e va benissimo così. Adesso ho ripreso anche ad allenarmi un pochino per tornare in forze, perchè dopo 4 mesi senza fare niente e prendendo 17 pastiglie al giorno mi sono un po’ gonfiato“.

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Tano Pecoraro/LaPresse
LaPresse/Tano Pecoraro

Mihajlovic ha aperto poi una parentesi sulle cure a cui si è dovuto sottoporre: “ho fatto tredici chemioterapie in cinque giorni, ma già dopo il terzo avevano annientato tutto. Il primo ciclo è stato il più pesante, mi sono venuti anche degli attacchi di panico che non avevo mai avuto perchè ero chiuso in una stanza con l’aria filtrata: non potevo uscire e stavo impazzendo. Volevo spaccare la finestra con una sedia, poi mia moglie e alcuni infermieri mi hanno fermato, mi hanno fatto una puntura e mi sono calmato. Stavo male ma dovevo dare forza alla mia famiglia, perchè se mi avessero visto abbattuto sarebbe stato peggio. Cercavo di essere positivo e sorridente, facevo finta di niente per non farli preoccupare. E’ stata dura“.

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Massimo Paolone/LaPresse

Non penso di essere un eroe, sono un uomo normale con pregi e difetti. Ho solo affrontato questa cosa per come sono io, ma ognuno la deve affrontare come vuole e può. Nessuno deve vergognarsi di essere malato o di piangere. L’importante è non avere rimpianti e non perdere mai la voglia di vivere e di combattere“, ha aggiunto Mihajlovic, che ha sempre avuto il sostegno della sua famiglia: “è stato il Natale più bello della mia vita, con tutta la mia famiglia vicino. C’era anche mia mamma, che si è arrabbiata quando ho pianto durante la seconda conferenza stampa, però poi a casa mi ha preparato dei piatti serbi che sono molto saporiti e non li ho sentiti amari come quasi tutto il resto dei cibi. Grazie a lei ho recuperato un po’ di chili“.

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