NBA – Kevin Durant e l’odio di Oklahoma: “scritte spray, maglie bruciate e l’indifferenza dei Thunder: non tornerò mai più”

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Kevin Durant ha parlato del suo pessimo rapporto con la città di Oklahoma: dopo il suo addio, KD è stato ripudiato dai fan e dallo staff dei Thunder, prendendo la decisione di non tornare più ad OKC

L’addio di Kevin Durant agli Oklahoma City Thunder è stato uno dei trasferimenti più dibattuti degli ultimi anni. KD ha preso la decisione di lasciare OKC per inseguire quell’anello che lo tormentava e che ha vinto, per ben due volte raggiungendo 3 finali, unendosi ai Golden State Warriors. I tifosi dei Thunder non l’hanno presa bene: quell’addio non ha solo sminuiti le ambizioni della franchigia, ma ha anche rappresentato una sorta di tradimento, poichè gli stessi Warriors quell’anno eliminarono i Thunder dalla corsa alle Finals NBA.

Inutile dire quanto la reazione dei tifosi verso Durant sia stata piuttosto ostile. Intervistato dal Wall Street Journal, Kevin Durant ha spiegato di non voler tornare più nella sua vecchia città: “la gente andava davanti a casa mia (ad Oklahoma City, ndr) a coprire con la vernice spray i cartelli ‘vendesi’, qualcuno faceva video davanti a casa mia in cui bruciava una mia maglia dei Thunder, chiamandomi nei modi più bizzarri (…) all’arena c’era un’atmosfera davvero tossica, quando tornavo: tutti gli inservienti, i manager, i preparatori (dei Thunder, ndr), nessuno voleva parlare con me e si mostrava infastidito. Ed io pensavo: siamo arrivati a questo? E solo perché io sono andato a giocare in un’altra squadra? Quella città non sarà mai più la stessa per me. Sarei voluto tornare una volta smesso di giocare, per fare qualcosa per la comunità e per i Thunder, ma ora non è più possibile, non mi fido. Non ho più parlato o avuti rapporti con nessuno lì, dopo essere andato via. Nè con il general manager, nè con altre figure interne”.

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