Formula 1, Schumacher trasferito in Francia per una cura a base di staminali: il parere del medico italiano

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Il dottor Angelo Vescovi, direttore scientifico dell’IRCSS, ha espresso il proprio parere sulle cure a cui verrà sottoposto il tedesco

La stampa francese ha rilanciato nella giornata di ieri la notizia del trasporto di Michael Schumacher presso l’Ospedale europeo Pompidou, l’obiettivo è quello di sottoporre il tedesco ad una trasfusione di cellule staminali per provare ad ottenere un’azione “anti infiammatoria sistemica”.
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Un intervento sperimentale simile a quello eseguito qualche anno fa in Italia, come affermato da Angelo Vescovi, direttore scientifico dell’IRCCS: “circa 5-6 anni fa ero stato contattato da una persona che conosceva la famiglia di Schumacher, che mi aveva chiesto se si poteva fare qualcosa, ma poi non se ne fece più nulla. In quel periodo con il mio gruppo avevamo fatto un tentativo, dopo l’ordine di un giudice, iniettando nel cervello di un ragazzo in coma le stesse cellule che usiamo per la sclerosi multipla, con risultati abbastanza buoni. Dopo il caso Stamina però è cambiata la legge, e da noi questo uso compassionevole è diventato molto più difficile, praticamente impossibile“.
michael schumacher
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Il dottore ha poi proseguito: “al momento però possiamo solo fare ipotesi su cosa stiano facendo a Parigi, anche perchè non esistono dati pubblicati sull’uso di staminali su persone in coma, anche se non possiamo escludere che i ricercatori che seguono il pilota abbiano qualche risultato preliminare, magari sugli animali. E’ possibile che si cerchi di infondere qualche tipo di cellula nei ventricoli cerebrali, tecnicamente ormai è un intervento quasi di routine, che anche noi utilizziamo nei test sui pazienti con sclerosi multipla. Lì le cellule riducono l’infiammazione, e rilasciano sostanze nutritive che teoricamente potrebbero dare dei benefici anche per una persona in coma. Personalmente non sono contrario a questo tipo di tentativi, purché siano fatti sotto il controllo di un comitato etico, in sicurezza per il paziente e nel rispetto delle leggi, come sicuramente sta avvenendo a Parigi“.
schumacher
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Il rischio però c’è: “si potrebbe creare un caso mediatico, che potrebbe portare alla nascita di cliniche che offrono trattamenti campati in aria, magari in paesi meno controllati del nostro o della Francia. Questo è un rischio che si potrebbe evitare investendo in un test fatto a regola d’arte, per cui non servirebbero molti fondi e che potrebbe dare indicazioni utilissime, visto quanti pazienti in coma ci sono“.

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