Eto’o e i segreti di Mourinho: “all’Inter vincemmo il triplete come una famiglia. Quando lo chiamai burattino…”

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Samuel Eto’o racconta alcuni retroscena del suo rapporto con Mourinho: l’attaccante camerunense ha vissuto il periodo dell’Inter come una famiglia, ma con il tecnico portoghese non sono mancati momenti di tensione

Presente ad un incontro fra Liga Spagnola e Livescore, Samuel Eto’o ha raccontato alcuni retroscena del suo rapporto con Josè Mourinho. I due si sono affrontati da avversari, finendo poi per difendere entrambi i colori dell’Inter, sempre rispettivamente nel ruolo di giocatore e allenatore.

Mourinho
AFP/LaPresse

L’ex attaccante nerazzurro ha spiegato che la forza dell’Inter che in quegli anni vinse il triplete stava proprio nella gestione del gruppo di Mourinho: “ricordo che ai tempi delle sfide tra Barcellona e Chelsea noi non giocavamo contro la squadra inglese, ma contro Mourinho. Poterlo battere ci dava una motivazione in più. Poi una volta, eravamo nel tunnel del Camp Nou, mi si avvicina e mi dice: ‘un giorno giocherai con me‘, e così è stato. Ho avuto il piacere e la fortuna di essere allenato da lui all’Inter, dove ha creato una famiglia. Siamo ancora uniti, nel gruppo di Whatsapp, ai compleanni, per gli auguri. Non è sempre così. Ricordo che quando con l’Inter andammo a Stamford Bridge, dove lui era stato tanti anni, ci disse: ‘dovete vincere per voi, ma soprattutto per me‘. Segnai io e quando rientrammo nello spogliatoio ci dicemmo: ‘non ci ferma più nessuno’. E così è stato. E il merito è del fatto che questo signore qui (Mou, ndr) aveva creato una famiglia”.

Ma non sempre il loro rapporto è stato così idilliaco, nonostante poi si siano sempre chiariti. Durante un Chelsea-Barcellona Mourinho mise in dubbio la sua reale età, Eto’o segnò ed esultò imitando un vecchietto, definendo il portoghese un ‘burattino‘ nel post gara: “durante una partita tra Chelsea e Barcellona ci dicemmo veramente di tutto. Poi ci siamo pentiti entrambi. Però mi piace perché dice le cose in faccia, da uomo a uomo. Sono stufo, stufo, di dover andare in giro per il mondo a difendere Josè e a dire a tutti che è una persona magnifica, una delle migliori nel mondo del calcio. La vita non è corretta e nel calcio è lo stesso: a volte chi merita rispetto non lo ottiene. Jose è uno di questi: tutti i giocatori che ha avuto hanno lottato per lui e per lui erano disposti a morire“.

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