Mercato NBA – Celtics, la verità di Danny Ainge: “Irving? Non imploro nessuno, i giocatori devono essere motivati”

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Danny Ainge rivela alcuni retroscena sull’addio di Kyrie Irving dai Celtics: il gm di Boston spiega di non aver provato a convincere l’ex playmaker a restare

Danny Ainge è uno stratega di mercato, un uomo abituato ad ‘attrarre’ i giocatori verso Boston ma che, per sua stessa ammissione, con Kyrie Irving ha scelto un approccio diverso. Intervenuto ai microfoni di 98.5 The Sports Hub, il gm dei Celtics ha svelato alcuni retroscena in merito all’addio di Kyrie Irving.

Ainge ha spiegato che l’ex Cleveland Cavaliers ha spesso cambiato idea durante la stagione, dimostrandosi incerto sul suo futuro e combattuto fra la voglia di restare e il desiderio di tornare a casa. Per questo motivo, il gm dei Celtics ha preferito non esporsi in prima persona per cercare di convincerlo a restare: “io e Kyrie abbiamo parlato spesso, è sempre stato rispettoso nei miei confronti e trasparente nell’esporre le sue riflessioni. Me lo sentivo, ma lo stesso Kyrie in occasione del passato training camp aveva annunciato la sua intenzione di rifirmare con noi. Non ero stato io a spingerlo […] Tra marzo e la fine della stagione mi aveva manifestato in un paio di occasioni la volontà di tornare davvero a casa. A quel punto ho avuto l’impressione che volesse giocare a Brooklyn più che a New York. Ciononostante non ha mai chiuso una porta. Aveva cambiato idea più volte nel corso dell’anno e da parte nostra abbiamo sempre tenuto l’opzione sul tavolo. […] Dopo il ‘cappotto’ rifilato a Indiana al primo turno e la vittoria in Gara 1 contro Milwaukee […] siamo entrati in una spirale [negativa]. Kyrie non mi ha mai fatto sapere di volersene andare al cento per cento. Non ho cercato di convincerlo a restare, gli ho dato spazio per prendere la sua decisione. Non voglio implorare i giocatori, cerco gente che voglia giocare qui. […] Kyrie è più di un semplice cestista professionista, suo padre vive nel New Jersey. […] Rispetto la sua scelta”.

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