Dalla trap alle accuse di portare sfiga, Marco Masini si confessa: “le persone che ci credono hanno poca fiducia in se stesse”

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Marco Masini è intervenuto ai microfoni di Rai Radio2 nel corso del format “I Lunatici”, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, in diretta ogni notte dall’1.30 alle 6.00 del mattino

Il cantautore fiorentino Marco Masini ha parlato un po’ di sé ai microfoni di Rai Radio2. “Le mie canzoni più note? Musica leggera, non le ho fatte da solo, ma con autori che hanno lavorato assieme a me cercando di fare musica leggera. Magari segnando un momento particolare di una generazione che in quegli anni cercava dei punti di riferimento, un modo per venir fuori da una crisi esistenziale, sociale, politica, di quegli anni. Erano gli anni di tangentopoli, dello smarrimento totale dei leader, della paura di credere negli ideali e nei punti di riferimento storici che c’erano sempre stati. Quella era una generazione che si era smarrita in tutti i sensi. C’era una disperazione che veniva fuori e che io ho letto, grazie anche all’aiuto di Giancarlo Bigazzi e di Beppe Dati. Attraverso una canzone magari riesci a dar voce a quello che è un pensiero comune di una generazione che si stava lasciando andare a un momento di così grande smarrimento. Negli anni ’90 avevo 26 anni, adesso ne ho 54, è chiaro che sono cambiato. Ovviamente il nostro cervello si sposta, da un punto di vista di esigenze di vita”: ha ammesso il cantante.

Masini da bambino sognava di lavorare con la musica: “nasco musicista, sono sempre stato convinto che la musica fosse diventata il mio lavoro, sono riuscito ad ottenere questo già prima di diventare un cantante solista. Accompagnavo gli artisti in tour, facevo arrangiamenti, musica dance. Poi la vita stessa ti dà delle opportunità, un treno da prendere, devi farti trovare pronto. La canzone a cui sono più legato? ‘Caro Babbo’, l’ho scritta prima di iniziare a fare il cantautore, è una lettera, un dialogo, uno sfogo, un qualcosa che ho vissuto”.

Sul fenomeno trap: “sta dando all’Italia una cultura che arriva da fuori e che da un senso di cambiamento. Come in tutti i generi musicali ci sono le cose belle e le cose brutte. Ci sono delle situazioni sonore, di sound e di espressione letteraria che sono interessanti. Altre sono brutte copie. Bisogna valutare tutto”.

Sulle cattiverie che Masini ha ricevuto, legate al fatto che secondo alcuni portasse sfortuna: “quello che mi è accaduto non dipende dalla cattiveria ma dalla superficialità. Nessuno ce l’aveva con me o con Mia Martini. E’ superficialità della gente, sono scherzi, sono mode, filoni che si seguono per non sentirsi diversi e per appoggiare il capobranco. Non è una cosa che si fa con cattiveria, si fa per paura, è sintomo di una fragilità. Chi crede a queste cose, alla fortuna o alla sfortuna, ai cornetti rossi, alle scale o ai gatti neri, è sostanzialmente fragile. Non crede in sé stesso, per questo si affida alla sorte. Anche se poi la fortuna è importante, nessuno può decidere la tua vita per te. Io credo sempre nel lavoro e nel sacrificio, col lavoro e col sacrificio si riesce a superare ogni tipo di difficoltà. Questa sicuramente per me è stata una difficoltà abbastanza grande da superare, ma ce l’ho fatta col lavoro e col sacrificio, scrivendo canzoni”.

Sui progetti futuri: “l’anno prossimo festeggerò i trent’anni di carriera. Trent’anni di lavoro, di canzoni e di sogni insieme a tante persone, direi quasi a tante generazioni. Sto scrivendo, perché l’anno prossimo vorrei fare qualcosa di importante per ringraziare il pubblico, che poi alla fine è quello che decreta o non decreta la nostra felicità”.

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