Dai migranti alla Nazionale del futuro, a tutto Mancini: “Zaniolo e Barella il futuro. Salvini? Non è una schifezza anche…”

SportFair

Il commissario tecnico della Nazionale ha parlato di vari argomenti, soffermandosi anche sulla situazione politica italiana

Non solo calcio, anche il tema migranti e quello relativo al razzismo. Roberto Mancini ha analizzato vari temi nel corso della lunga intervista concessa alla Gazzetta dello Sport, soffermandosi sui problemi che attanagliano la sua Nazionale e su quelli che molto più importanti riguardanti l’Italia intera.

Luciano Rossi/LaPresse

Il ct non poteva che partire dai suoi giocatori, auspicando una crescite di quei giovani che rappresentano il futuro degli azzurri: “finora questo è stato il campionato di Cristiano Ronaldo, che dopo qualche difficoltà ha migliorato la Juventus, e di Barella. Assomiglia a Tardelli. Poi è giovane e ha prospettive di miglioramento enormi: deve essere sicuro di andare a giocare. Se va in un grande club e gioca sempre – come credo succederebbe, perché ha tutto – può migliorare molto di più. Modric all’Inter può far fare un bel salto di qualità. Non conosco bene Paquetá, ma a me il Milan non dispiace neanche così. E se prende Sensi, uno che sa giocare sia davanti alla difesa che da interno. In Nazionale non abbiamo più numeri 10 come Rivera, Baggio, Totti e Del Piero. Speriamo che tornino fuori per il prossimo Mondiale, magari Riccardi della Roma, o Vido del Perugia, che però non ha ancora un ruolo ben definito. Zaniolo oggi fa il trequartista, ma per potenza atletica lo vedo anche a tutto campo, alla Pogba. La Roma ha giovani che stanno facendo esperienza e si sta riprendendo, sarà la sorpresa del girone di ritorno“.

salvini
AFP/LaPresse

Il discorso poi si sposta su razzismo e sulla situazione Supercoppa a Jeddah: “se per Salvini è una ‘schifezza’ giocare la Supercoppa Juve-Milan in Arabia Saudita, dove le donne sono discriminate, dovrebbe sapere che 70 anni fa in Italia la situazione della donna non era molto migliore. Questa partita può aiutare l’avvento di una nuova condizione per le donne, anche negli stadi. Lo sport aiuta ad aprire porte, a favorire trasformazioni, come successe in Cina con l’Olimpiade. Anche perché pure in Arabia, come in tutto il Medio Oriente, il calcio è molto amato. Le donne vanno rispettate e amate a prescindere, perché sono sempre migliori di noi uomini: senza donne noi saremmo morti. Non è una ‘schifezza’ chiudere i porti italiani alle navi dei migranti? Un Paese che chiude i porti può sconfiggere il razzismo? Noi italiani oggi siamo un po’ incattiviti per i tanti problemi, ma abbiamo sempre avuto il cuore grande, abbiamo sempre aiutato tutti. Mio padre andò a lavorare in Germania e fu aiutato. Le persone vanno aiutate, sempre. Bisogna sempre seguire il cuore, e noi fondamentalmente siamo persone buone“.

Mancini non dimentica poi la difficile situazione di Vialli: “gli sono sempre stato vicino, non abbiamo mai smesso di sentirci. Ma della malattia non abbiamo parlato. Io non ne avrei avuto la forza, lui non lo ha fatto e ho rispettato il suo silenzio. Ho saputo della malattia da un suo amico. Quando ci sentiamo io e Luca è per cazzeggiare… Ma non è mai mancato un solo giorno nelle mie preghiere. C’è una cosa che non gli ho mai detto: per me Luca è sempre stato un esempio, da quando ci conosciamo, per l’impegno e la serietà con cui faceva le cose; per le responsabilità che si prendeva. Per questo è stata ancora più difficile da accettare la malattia. Si era ammalato un fratello. Ma è una roccia e ancora una volta ha dimostrato la sua forza. Ci siamo visti a Londra da poco: sta bene, controlli perfetti. E’ il più forte. E possiamo continuare a cazzeggiare. Vialli dirigente e un Mondiale da vivere fianco a fianco come non ci è riuscito in campo? Potrebbe essere, anche perché è sempre stato convinto di capirne di calcio più di me“.

Condividi