Moto2, a tutto Luca Marini: “tanta ignoranza non fa bene. Valentino Rossi? Da lui si impara anche quando…”

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Il fratello di Valentino Rossi ha parlato della stagione appena conclusa, soffermandosi anche sul rapporto con il Dottore

Una vittoria in Malesia, settimo posto nella classifica piloti finale e cinque podi che permettono a Luca Marini di guardare con ottimismo al prossimo Mondiale di Moto2.

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Alessandro La Rocca/LaPresse

Il pilota dello Sky Racing Team VR46 non vede l’ora di tornare in pista, anche se al momento deve recuperare da un’operazione alla spalla, resasi necessaria per risolvere definitivamente un problema trascinato per troppo tempo. Il 2018 è stato comunque un anno speciale per il rider italiano, convinto di esser cresciuto tanto: “ho lavorato tanto per questo. Forse non mi aspettavo risultati così buoni, ma di fare bene sì. Il problema alla spalla all’inizio di stagione mi ha fatto faticare tanto, ma poco alla volta sono tornato e più andavo forte e più mi veniva voglia di lavorare duro a casa e sulla moto” le parole di Marini a Fuorigioco. “E questo mi ha aiutato a crescere, come pilota e come persona. Anche se la spalla sinistra è stata un problema che mi sono trascinato per tutto l’anno, dal momento in cui mi alzavo dal letto alla mattina. L’operazione mi permetterà di affrontare meglio il 2019, anche se sarà un inverno difficile. Però non nascondo che per come stava andando sarebbe stato bello se la stagione fosse continuata. Ed è un peccato che il prossimo anno si debba ripartire da zero dopo aver fatto un lavoro incredibile“.

luca marini
AFP/LaPresse

Il discorso poi passa su Valentino Rossi: “io con Valentino parlo da sempre, cerca sempre di farmi capire le cose corrette da fare. Mi chiede sempre cosa succede, mi dà consigli. Avere come fratello il pilota che ha più esperienza di tutti nel paddock per me è importantissimo, da lui puoi imparare tanto anche solo ascoltandolo mentre sta parlando con gli altri piloti. Ho sempre pensato alla MotoGp, ognuno si pone degli obiettivi nella vita e io in testa ho sempre avuto quello. Adesso la consapevolezza di potercela fare è aumentata, è un po’ più reale, anche se resta lontana. Però dopo questo finale di stagione, diciamo che adesso la MotoGP è mezzo centimetro più vicina“. Non solo moto, ma anche altre passioni: “mi piace giocare alla playstation. Il calcio, anche se purtroppo ultimamente ho visto pochissime partite. E il tennis. Sono anche abbastanza bravo. E ho un gran bel rovescio, a una mano, come Federer. La scuola? Mi ha aiutato molto anche nel lavoro, che non è solo salire su una moto e via. Per certi versi anche qui è come a scuola, devi studiare per farti trovare pronto all’esame o alle verifiche che sono le gare. Con la differenza che qui puoi studiare davvero quello che ami, ovvero guidare. Ma studiare fa la differenza per una persona. Per quello invito anche tutti gli altri ragazzi che sognano di fare il pilota a non lasciare gli studi. Imparare aiuta, tanta ignoranza non fa bene, se studi vivi meglio“.

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