Insigne: “il Torino mi scartò perché troppo basso. Pregavo ogni giorno di crescere, volevo smettere. Poi mio papà mi disse una cosa…”

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Il talento del Napoli Lorenzo Insigne torna a parlare dei provini andati male da ragazzino: “mi scartavano perché troppo basso. Avevo anche deciso di smettere di giocare”

LaPresse/Francesco Mazzitello

Hanno rischiato di bruciare una carriera, ma fortunatamente Insigne non ha mai mollato. Perché il talento che oggi incanta con il Napoli stava per smettere di giocare a calcio dopo le continue bocciature nei provini in cui giovanissimo veniva scartato perché troppo basso. A rivelarlo è lo stesso Insigne durante un articolo da lui scritto su The Players’ Tribune:

“Il mio sogno, da sempre, era giocare con la maglia del Napoli al San Paolo. Non esistevano altri sogni. Non praticavo altri sport. Non pensavo a nient’altro al di fuori dal calcio. Ma mentre crescevo e facevo i provini con le giovanili di diverse squadre – Inter, Torino, anche il Napoli – gli osservatori mi dicevano sempre la stessa cosa.

Ci piace, è bravo, ma è bassino”.

Beh in verità non lo dicevano a me. Lo dicevano a mio padre e lui poi mi dava la notizia. Ed era sempre lo stesso verdetto ogni volta.

In Italia la gente è molto diretta: tutti mi scartavano per la mia statura. Dopo che il Torino mi ha liquidato così quando avevo 14 anni, diciamo che non avevo più voglia di giocare. Ho detto alla mia famiglia che sarebbe stato tutto inutile. Ero troppo basso. Sulla tecnica, sulla forza e sulla velocità puoi lavorarci sodo, puoi migliorarle. Ma sulla statura? Cosa potevo farci? Mi svegliavo ogni mattina con la speranza di essere cresciuto durante la notte. Ma niente. E allora dissi a mio padre: “Basta, è inutile continuare, io col calcio ho chiuso.”

 Lui allora mi ha detto: “Va bene, quindi se non giochi a calcio che farai nella vita?”

 Io ci ho pensato e ho detto: “Merda, che farò?”

 Così ho continuato a giocare nella scuola calcio a Grumo Nevano e alla fine il Napoli mi ha dato un’altra possibilità quando avevo 15 anni. C’erano tantissimi ragazzini al provino. Tantissimi. Ma per qualche motivo l’osservatore ha visto qualcosa in me e mi ha scelto. Quando sono entrato nelle giovanili azzurre è stato incredibile: la mia famiglia è sempre stata molto tifosa del Napoli ma quando ero piccolo non potevamo permetterci di andare a vedere molte partite. Così, una volta entrato nelle giovanili del Napoli, chiedevo sempre di fare il raccattapalle per poter andare al San Paolo e stare a bordocampo durante le partite.

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