MotoGp – I progressi Ducati e la sincerità sui piloti, Stoner senza peli sulla lingua: “Dovi e Lorenzo? Non mentirò, ecco cosa penso”

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Tutta la sincerità di Casey Stoner: dai progressi Ducati ai piloti ufficiali. L’australiano senza peli sulla lingua

E’ stato Jorge Lorenzo il più veloce nell’ultima giornata di test di MotoGp a Sepang, martedì scorso. Il maiorchino della Ducati ha lasciato tutti a bocca aperta, anche se in molti, tra compagni di squadra e colleghi, erano consapevoli che il 2018 sarebbe stato l’anno della svolta per lui. A lasciare tutti di stucco, qualche giorno prima di Lorenzo, è stato il collaudatore e testimonial Ducati Casey Stoner: l’australiano infatti è stato protagonista a Sepang di due giornate di test privati, dove ha dimostrato di poter essere ancora veloce e competitivo, anche cinque anni dopo il ritiro. Intervistato dai colleghi di Motorsport.com, Stoner ha raccontato le sue sensazioni dopo quei giorni di prove malesi:

“Fisicamente finisco molto stanco. Non c’è niente che puoi fare per prepararti a guidare una MotoGP. In realtà, lo puoi vedere anche con i piloti titolari: dopo il primo test pre-campionato, sono tutti distrutti. Dal mio punto di vista, il fatto di non guidare per cinque o sei mesi e poi venire a fare questo test, rende le cose un po’ complicate. Faccio tutto ciò che è possibile, ma è difficile preparare i muscoli. Sono arrivato un po’ impreparato a questi test in Malesia. E’ nata la mia seconda figlia, Caleya Maria, e non ho avuto problemi a dormire, ma ho preso un virus che mi ha impedito di fare qualsiasi genere di allenamento per un paio di mesi. Tra la bambina, il virus e tutto, mi sono allenato solo durante l’ultimo mese ed è per questo che sono un po’ impreparato”.

Per quanto riguarda il lavoro sulla moto ha poi aggiunto:

“Prendiamo come riferimento una configurazione standard, diciamo che la moto non è impostata per me. Cerchiamo un bilanciamento, poi cominciamo a provare nuove parti e a fare comparazioni. In generale, hai sempre gli stessi commenti dai piloti, o almeno quasi sempre. Cerchiamo di non seguire la direzione di un pilota, ma di comparare cose diverse: forcelloni, mappe del motore e cose di questo tipo. Io faccio molte comparazioni, ma l’ultima parola è sempre quella dei piloti, che devono dire cosa preferiscono. La nuova Desmosedici la migliore mai guidata? No, la moto del 2009 era davvero impressionante, nonostante non stessi lottando per il Mondiale perché non potevo (gli era stata diagnosticata un’intolleranza al lattosio). Ora tutte le moto sono diventate molto competitive, qualsiasi moto può vincere in qualsiasi momento. Diciamo che la nostra moto attuale è più equilibrata e che abbiamo più possibilità di fare risultato su ogni circuito“.

L’australiano infine si è focalizzato sui due piloti ufficiali, commentando sia la stagione passata che le aspettative per quella che sta per iniziare:

Dovizioso mi ha sorpreso l’anno scorso, sicuramente. Non posso mentire e non lo può fare neanche Andrea. Probabilmente anche lui ha iniziato la stagione senza aspettarsi di essere così competitivo. Detto questo, il suo atteggiamento, il metodo di lavoro e tutto il resto hanno funzionato molto bene l’anno scorso. E’ sempre stato molto attento nelle gare: sapeva quando gestire le gomme e quando spingere. Ha fatto una stagione fantastica e forse l’unico punto negativo è stato che quando non vinceva, normalmente era un po’ in difficoltà, troppo indietro. Ha perso tanti punti in queste situazioni. Mentre su Lorenzo… non mentirò: mi aspettavo di più da Jorge. Posso capire che nove anni con un costruttore sono lunghi ed è difficile quando si passa a guidare una moto molto diversa con cui bisogna prendere confidenza. Penso anche che Jorge abbia faticato ad adattarsi alle gomme Michelin quando hanno iniziato a modificarle un po’. Lo abbiamo visto diventare più forte con il passare delle gare, ma presumo che quest’anno potrà essere più spesso in lotta per il podio e per la vittoria. Vedremo, ma sì, mi aspettavo un po’ di più da lui. Adesso sarà meglio per lui e per tutti guidare una Ducati. A Jorge piace guidare la moto in una maniera un po’ particolare ma, come avete visto, ha iniziato a sentirsi più a suo agio alla fine dell’anno scorso e le sue prestazioni sono diventate simili a quelle di Andrea. Con stili di guida completamente differenti, sono arrivati allo stesso punto. Se facciamo qualche passo avanti, entrambi ne trarranno vantaggio”.

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