Juventus, la legge del più forte. Si piegano la Roma e… Dybala: spettatori impotenti di una mentalità che va oltre i 90 minuti

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In una giornata in cui tutte le ‘big’ fanno fatica, emerge la mentalità della Juventus: vietato sbagliare gli appuntamenti importanti, con il lusso di tenere Dybala in ‘punizione’

LaPresse/Fabio Ferrari

La giornata di Serie A che precede il Natale porta con sè diversi giudizi legati alle ‘big’ del campionato. Per un Milan in caduta libera, costretto ad un confronto negli spogliatoi con Fassone e Mirabelli c’è un’Inter che va incontro alla seconda sconfitta di fila, contro due squadre in piena lotta per la salvezza. Il Napoli, in testa al campionato, va sotto due volte in casa contro la Sampdoria, con Giampaolo che risponde sul piano tattico e tecnico a Sarri, e la vince in rimonta tra grandi sofferenze. E poi c’è la Juventus. Per la Vechia Signora serve un discorso a parte. Non basta parlare dei 90 minuti visti in campo, si deve introdurre il concetto di ‘mentalità vincente‘ che è realmente ciò che divide i bianconeri da ogni altra squadra di Serie A. ‘Vincere aiuta a vincere‘, è vero,  ma per vincere serve sapere ‘come si vince‘. E la Juventus, che piaccia o no, ce lo ha nel dna. La partita contro la Roma di questa sera nè è la prova lampante. Lo scontro dell’Allianz Stadium ha messo di fronte due squadre in lotta per lo scudetto, ma una sola di esse ha dimostrato di essere realmente ‘da scudetto’. La Juventus ha controllato il gioco, sbloccato il risultato martellando il portiere della Roma (con i difensori, il gol è stato di Benatia, ndr), sfiorato più volte il raddoppio e infine vinto la partita. La Roma ha sofferto sul piano caratteriale, fa un certo effetto vedere in Florenzi la paura di un contrasto con Mandzukic sul finire della gara, e sul piano del gioco, incapaci di servire Dzeko, far funzionare le fasce o accendere Perotti e Nainggolan.

LaPresse/Marco Alpozzi

I giallorossi, va detto, si sono resi pericolosi solo nel forcing finale, quando la Juventus ha calato il ritmo rischiando in due occasioni, nelle quali Szczesny (secondo portiere) si è fatto trovare pronto. Questo introduce un secondo aspetto della mentalità bianconera. Non esistono riserve, non esistono alibi e infortuni che tengano. Oggi la Juventus ha giocato con Mandzukic e Cuadrado acciaccati, senza De Sciglio e Buffon (infortunati) e Dybala, fuori per scelta tecnica. Proprio il centravanti argentino ha assistito al successo dei suoi compagni, seduto in panchina per 90 minuti. Una sorta di lezione ad un talento che, stando alle parole di società e allenatore, deve ritornare leggermente sui binari di professionalità consoni al progetto bianconero. Anche questa è ‘mentalità’. Pensate a i mal di pancia di Icardi o Suso in panchina, ai tifosi in rivolta perchè non gioca Insigne. E alla fine arrivano anche i 3 punti, aspetto principale del gioco (ce lo insegna l’Inter di quest’anno). Se non si ha la mentalità giusta si perde contro il Verona, contro il Sassuolo e si rischia di crollare in casa contro la Sampdoria: in Serie A vige la legge del più forte e la Juventus ne è la prova.

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