Vuelta di Spagna, il Presidente Di Rocco contento degli azzurri: “Nibali, Moscon, Villella e Trentin? Ecco cosa dico”

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Il Presidente dell’Italbici, Renato di Rocco, esprime la sua soddisfazione per gli azzurri alla Vuelta di Spagna

LaPresse/EFE

Con il successo nella tappa di finale di Matteo Trentin (poker, ma per due punti non conquista la maglia verde) e la passerella per le strade di Madrid va agli archivi un’edizione storica della Vuelta 2017. In questo caso l’aggettivo è quanto mai pertinente soprattutto per due motivi. A distanza di 39 anni un corridore torna a vestire, nello stesso anno, la maglia gialla e quella rossa. L’ultimo a riuscirci, prima di Chris Froome, era stato addirittura Bernard Hinault. Allora la Vuelta si correva ad aprile e veniva scelta, sovente, come preparazione per gli impegni estivi seguenti. Froome, con la vittoria di oggi a Madrid, entra in un club molto esclusivo. Accanto a lui e al Tasso, infatti, soltanto Jacques Anquetil era riuscito in una simile impresa. Altro dato statistico che resterà negli annali: mai un britannico aveva vinto la corsa spagnola. Ci ha pensato Froome, che in questa edizione fa incetta di maglie, lasciando per strada solo quella a pois del GPM.

Alla festa finale ha partecipato anche il Presidente Renato di Rocco, volato a Madrid per complimentarsi con gli italiani oltre che per un incontro istituzionale con Unipublic, organizzatori della corsa: “mi complimento, anche a nome di tutti gli appassionati, con il vincitore Chris Froome, con un grande Contador e con i corridori italiani che hanno lottato con valore, da Vincenzo Nibali, per la decima volta sul podio di un grande Giro, a Davide Villella, vincitore della classifica Gpm, a Matteo Trentin, fino a Gianni Moscon e gli altri che si sono distinti.

Aggiungo un elogio speciale a Sandro Coccioni, Presidente del Collegio dei Commissari qui in Spagna che, per tutta la manifestazione ma soprattutto ieri, ha saputo interpretare in maniera ottimale le regole, conciliando le esigenze di sicurezza con quelle di uno spettacolo antico e al tempo stesso moderno, nel quale il pubblico è in stretta simbiosi con i propri beniamini. Conferma di una scuola italiana dei Commissari che ha recuperato un forte legame con il ciclismo spagnolo.”

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