Ciclismo, Alberto Contador inizia a togliersi i sassolini dalle scarpe: “la mia squalifica una grandissima ingiustizia nella storia di questo sport”

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Alberto Contador ritorna sulla squalifica che gli costò parecchie vittorie in carriera. Per il Pistolero fu una grossa ingiustizia

LaPresse/EFE

Alberto Contador ha da poco concluso la sua carriera agonistica con una stupenda prestazione alla Vuelta di Spagna. Il ciclista della Trek Segafredo ha trionfato grazie ad una poderosa azione sull’Angliru nella ventesima tappa della corsa spagnola. Per tutta la gara lo spagnolo ha attaccato in tutte le frazioni dando spettacolo e regalando sorrisi alle migliaia di fan accorsi per vederlo in azione.

Contador, insieme a Ivan Basso, adesso è il manager della Polartec Kometa, squadra nata nella categoria Continental ed è stato alla presentazione della Grande Partenza del Giro d’Italia. “El Pistolero ai microfoni di Onda Cero nel corso del programma sportivo radiofonico El Transistor ha parlato del suo passato da corridore e dei suoi programmi futuri: “dopo l’ultima tappa della Vuelta di Spagna ho pensato di godermi tutte quelle cose che in questi anni non ho mai fatto come fare colazione con mio padre. Voglio rendermi utile alla squadra e dedicarmi alla mia Fondazione”.

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In carriera Contador ha rischiato la vita a causa di un inctus: “in quei momenti ho voluto fortemente recuperare per rimanere in sella – ha proseguito -. Fortunatamente sono riuscito a passare questa fase e da quel giorno è inevitabile che per me si sia stato un prima e un dopo”.

Durante la Vuelta di Spagna, tanti tifosi hanno esultato per le falcate lungo tutte le strade spagnole e gridato ad alta voce il suo nome. Alberto Contador ha ricordato quei momenti: “per tutta la corsa ho vissuto momenti difficili, però il pubblico mi ha aiutato molto – ha continuato -. Correvo con grande libertà senza nessuna pressione assaporando ogni momento della corsa”.

Ivan Basso e Alberto Contador al Giro d’Italia 2015

Infine Alberto Contador è tornato a parlare sulla positività al clenbuterolo che gli costò la vittoria del Tour de France e quella del Giro d’Italia: “riguardo alla squalifica penso che sia stata una grandissima ingiustizia della storia del ciclismo – ha concluso -. Sono però contento di quelle vittorie perché i tifosi mi hanno applaudito, anche se poi alla fine mi sono state revocate”.

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