Kyrgios, talento sprecato: “tornei? Non mi impegno, a volte preferirei fare altro! Chissà se avessi continuato con il basket…”

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Intervista ‘shock’ di Nick Kyrgios a ‘The Times’: il tennista australiano ha parlato, ancora una volta, della sua disaffezione verso il tennis

Nick Kyrgios è uno dei talenti più cristallini del tennis mondiale. Nonostante sia giovanissimo gravita sempre fra i primi 20-30 giocatori in classifica, ha già battuto tutti i fab-4 ed è considerato il talento più grande della next-generation. C’è solo un problema: a volte Nick a tennis semplicemente non vuole giocarci. Uno dei problemi principali di Kyrgios è proprio la mancanza di motivazione, specie nel giocare tornei meno importanti o match con avversari dallo scarso appeal. Alcune volte mi diverto a giocare a tennis, ma certe volte preferirei fare altro – ha detto l’australiano in un’intervista al ‘Times‘ – Quando sono in viaggio ci sono alcuni giorni che mi risulta difficile trovare la motivazione. Non mi piacciono i lunghi viaggi, sono orribili. Odio viaggiare.”

Kyrgios ha poi parlato del suo essere diventato tennista quasi… per caso. Da piccolo non sognava di diventare un professionista e il suo rammarico più grande è non aver continuato a iocare a basket. L’australiano ha spiegato come si senta un ragazzo normalissimo nonostante sia tra i rimi 20 al mondo in classifica, sottolineando poi come non riesca a capacitarsi di come sia stabilmente in alto in classifica pur giocando spesso senza impegno. “Crescendo non avrei mai pensato di diventare un tennista professionista, la cosa non mi era mai passata per la testa. Si potrebbe quasi dire che sono diventato tennista per caso. Ho giocato 18 tornei e in 8 di questi non mi sono impegnato. Nonostante ciò, mi trovo comunque tra i primi 20 della classifica. Io odio le persone che pensano che io sia diverso rispetto a loro. Io gioco solo a tennis e per il resto sono un ragazzo normale che passa tanto tempo con la sua ragazza, che ama il basket e che gioca ai videogame. Certe volte mi chiedo cosa sarebbe successo se avessi continuato a giocare a basket, ma comunque la strada che mi sono scelto non è delle peggiori“.

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